mercoledì 31 agosto 2011

And Mister X is....


NoceriNOOOOO!!!!
Vi dirò, meglio di niente. Se pensiamo che i cursori sono ormai vecchiotti male un rinforzino così non fa. Certo saranno rimasti delusi quelli che pensavano a un botto finale come Kaka o Balotelli, ma dopo i colpi presi a cambiali l'anno scorso, quest'anno le cambiali tocca pagarle. Siamo apposto così? Non credo. Dipenderà, come sempre, dagli arbitri...

P.S. E ora che non potranno parlare più di Mister X vari a Milannews come faranno?
Con notizie interessantissime come questa!

martedì 30 agosto 2011

Dzeko ne fa quattro in casa del Tottenham e trascina il Milan al passaggio del turno in Champions...



Peccato che le maglie rossonere fossero quelle del Manchester City e che a trascinarci, fuori, c'era Ibrahimovic, l'ex "zingaro", e non Dzeko. L'ennesimo giocatore che vuole solo il Milan, è già del Milan ma che poi chissà come mai, come Fabregas, Pastore ,etc, etc, etc.... va a finire altrove.

giovedì 25 agosto 2011

Quello strano senso di deja vu


Indovina chi?


dal blog La Casa del Diavolo


Chi è il personaggio ritratto nella foto sottostante?
Milan, calciomercato, aquilani, galliani, mister x

A. un centrocampista tenuto su col nastro adesivo;
B. un modello della collezione autunno/inverno 1978 di Armani;
C. un grandioso colpo di mercato di Galliani;
D. Er Fighetta, un personaggio minore del film Romanzo Criminale;
E. un tizio con gli occhi troppo vicini tra loro ed un parrucchino francamente scandaloso;
F. un centrocampista che, se lo sorregge il fisico, può dare molto al Milan;
G. il moroso di quella grandissima figa di Michela Quattrociocche;
H. Mister X, e così il mercato è chiusissimo.

martedì 23 agosto 2011

Quando mai sei servito a qualcosa?



 "Erano molti di meno rispetto a quelli che hanno offerto ad Eto'o perché lui è più forte di me - dice - però quei soldi erano davvero tanti. Ne ho parlato con Galliani, mi ha fatto capire che alla società piaceva che io restassi e allora alla fine sono rimasto anche perché la mia famiglia non gradiva la destinazione. Ho rifiutato perché è difficile lasciare un posto e una società come questa dopo tanti anni. Preferisco farlo quando non servirò più”.

domenica 21 agosto 2011

A proposito di manipolazioni

In Spagna continua la polemica post finale di Supercoppa. Tra i tanti motivi del contendere il fatto che il canale di news 24 ore della tv di stato ha manipolato le immagini del finale di partita, evitando di far vedere l'aggressione di Mourinho al vice allenatore del Barcellona Tito Villanova.
Ora provate a immaginare se in un paese il padrone di una squadra di calcio fosse anche proprietario di quasi tutte le televisioni private e se controllasse anche quelle pubbliche attraverso la politica. Ecco provate a immaginare quanto potrebbe manipolare.

venerdì 19 agosto 2011

La Juve, l’Inter e le liste di prescrizione.





pubblicata da Marco Travaglio il giorno venerdì 19 agosto 2011 alle ore 16.57

Carta Canta, l'Espresso - 19 agosto 2011



C’era una volta lo ”stile Juventus”. Quello di Gianni Agnelli e Boniperti, Trapattoni e Platini. Poi, al seguito di Umberto Agnelli, arrivò la “triade” Giraudo-Moggi-Bettega. Risultato: il processo per doping, lo scandalo Calciopoli, due scudetti annullati e retrocessione in serie B (la prima della storia). Nel 2006 John Elkann affida il club a due manager gentiluomini, Giovanni Cobolli Gigli e Jean-Claude Blanc, con il compito di recuperare lo stile e la serie A: missione compiuta su entrambi i fronti. La Vecchia Signora accetta con signorilità il verdetto sportivo, giusta espiazione per i maneggi di Moggi & C., e si rimette all’onor del mondo.



Ma due anni fa il ramo cadetto degli Agnelli si riprende il giocattolo con il giovane Andrea, figlio di Umberto e vecchio sodale di Moggi e Giraudo. Risultato: zero titoli sul campo, ma centinaia sui giornali, cavalcando il revanscismo della parte più becera della tifoseria, convinta che retrocessione e scudetti perduti non siano colpa di chi commise gli illeciti, cioè Moggi e Giraudo, radiati dal mondo del calcio, ma di chi li ha scoperti (la Procura di Napoli) e sanzionati (la giustizia sportiva e il commissario Figc Guido Rossi). Un complotto delle toghe: non rosse, ma nerazzurre.



Ora Andrea Agnelli, per non passare alla storia come l’unico presidente juventino che non ha vinto neppure la Coppa del Nonno, rivuole addirittura indietro i due scudetti di Calciopoli e minaccia ricorsi al Tribunale di arbitrato dello sport e perfino alla giustizia ordinaria. A suo dire, il titolo del 2005-2006, uno dei due viziati dalla manovre moggiane su arbitri e designatori, dunque assegnato all’Inter seconda classificata, non sarebbe “lo scudetto degli onesti” come lo definì Moratti, ma “dei prescritti”. E questo perché il pm sportivo Stefano Palazzi ha dichiarato prescritti i sospetti sul coinvolgimento dell’Inter in Calciopoli, “a meno che l’Inter non rinunci alla prescrizione e si lasci processare”. Moratti non rinuncia e sbaglia di grosso.



Ma la prescrizione, in casa Juventus, è materiale infiammabile da maneggiare con estrema cautela. L’Agnellino dovrebbe dare una ripassata alle 49 pagine della sentenza del 10 marzo 2006 con cui la Cassazione, ribaltando le assoluzioni d’appello, dichiarava i vertici bianconeri colpevoli di aver “dopato” i giocatori con sostanze proibite oppure lecite ma usate in dosi e con metodi vietati, dal luglio ‘94 al settembre ’98 (l’età dell’oro di Marcello Lippi), alterando le prestazioni e dunque truccando ben quattro stagioni sportive. Colpevoli, sia Giraudo sia il medico sociale Riccardo Agricola, di un unico “disegno criminoso” a base di frode sportiva e somministrazione di farmaci in modo pericoloso per la salute; ma salvi per prescrizione, in quanto i reati si erano estinti pochi giorni prima a causa della lunghezza del processo. Sia per Giraudo, assolto in primo e in secondo grado, sia per Agricola, condannato in tribunale e assolto in appello, la Suprema Corte dava ragione al pm Raffaele Guariniello e disponeva l’annullamento dell’ultimo verdetto perché “questo collegio ha ritenuto che la condotta degli imputati integri il delitto di cui all’art.1 della legge 410/89” (frode in competizioni sportive).



Il reato insomma c’era, ma era “estinto per prescrizione”. Il medico, su mandato dell’amministratore delegato, imbottiva i calciatori di “sostanze vietate” come i “corticosteroidi”, e anche di farmaci non vietati ma somministrati ad atleti sani per potenziarne il rendimento, “in modo pericoloso per la salute”. E anche per la genuinità delle classifiche, violando - ricordano i giudici - la legge che tutela “la regolarità e la correttezza delle competizioni, poste in pericolo dalla sleale alterazione chimica delle prestazioni”.



La Juve che oggi sfida l’Inter a restituire “lo scudetto dei prescritti” e a rinunciare alla prescrizione nel processo sportivo si guardò bene dal rinunciarvi in quello penale. Anche perché, dopo la sentenza di Cassazione, il nuovo processo sarebbe finito con condanne sicure e la conseguente revoca di tutti i trofei vinti nel quadriennio dello scandalo: tre scudetti, una Champions, due Supercoppe italiane, una Supercoppa europea e un’Intercontinentale. Questi come li vogliamo chiamare, dottor Agnelli: i “trofei dei prescritti”? E perché, per dare il buon esempio all’Inter, non li restituisce? 

mercoledì 17 agosto 2011

TOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOORRRRRR!



Bastian Schweisteiger, gioca, segna ed esulta pure come un matto nel preliminare di Champions contro lo Zurigo ( do you remember?) che non gli permetterà di giocare in Champions, quest'anno, con altre squadre (quali sarebbero le squadre in grado di togliere al Bayern un pezzo da novanta e pure "canterano"?).
Tutte prove incontrovertibili che ci fanno capire , senza ombra di dubbio, che Bastian vuole solo il Milan!

martedì 16 agosto 2011

E il Mlan?



"Con Cesc in vendita si sarebbe aperta un'asta tra Real Madrid, Chelsea e Manchester City e noi avremmo incassato molto di più, ma lui non voleva che il Barcellona". (Arsene Wenger).


Real Madrid, Chelsea e Manchester City. E il Milan? Ma come, il Milan non lo stava trattando con l'Arsenal? Ah, quante puttanate tocca sentire d'estate, da gente che non ha il senso delle proporzioni. 
Solo pensare Fabregas al Milan è da folli. Come se un tifoso del Brescia pensasse di poter comprare Robinho. Ognuno ha le sue dimensioni e le sue possibilità e oggi il Milan non è un top club d'Europa. Fatevene una ragione.


Sullo stesso argomento segnalo anche da Milan Night, "Apple presenta la nuova applicazione, l'I-Cesc".

lunedì 15 agosto 2011

Non Cesc n'è (e neanche Pastore)



E' finita com'era ovvio che finisse, con Fabregas che pagando all'Arsenal 1 milione l'anno per prossimi 5 anni di contratto realizza il suo sogno di tornare al Barcellona. Il Milan in tutta questa storia non è mai esistito, non c'ha manco mai provato non avendo a disposizione il budget per un giocatore nel pieno della carriera e all'apice della popolarità (non come gli scarti Ibra e Binho, che ancora devono essere pagati). Solo la stampa compiacente e le solite tv avevano soffiato sul fuoco di questa bufala, a uso e consumo dei beoti che ancora credono a queste cose. Ancora ieri sera, dopo l'annuncio ufficiale da parte dei due club avvenuta poco prima delle 23, durante la finale di Supercoppa Spagnola che ho visto in streaming, leggevo ancora di commenti circa una fantomatica trattativa fantasma riguardo Fabregas al Milan e tante chiacchiere sulla stampa spagnola, che almeno, sulle trattative di mercato, raramente sbaglia, al contrario di quella italiana che ormai inventa e basta.
Riguardo la chat... ovviamente mi hanno bannato. Eccheccavolo, non si può più neanche scrivere "Inzaghi culo rotto"!
Peccato, non ho fatto neanche in tempo a spiegare ai gobbi rossoneri collegati che un Milanista Vero, mai e poi mai si sognerebbe di insultare gli avversari, figuriamoci l'Inter e Facchetti.
Bienvingut, Cesc!

venerdì 12 agosto 2011

Fabregas disposto a pagare 5 milioni di Euro pur di non giocare nel Milan!

Ormai è una tendenza consolidata, pur di evitare di andare a giocare alla corte del re Merda i giocatori accettano di decurtarsi l'ingaggio. Ci hanno provato in tutti i modi gli ascari locali a convincere il milanista beota , in cerca del colpo estivo, che Fabregas sarebbe arrivato a Milanello. Un po' come se Megan Fox si fidanzasse con Galliani, fantascienza pura. Dove sono i soldi? Ancora si devono pagare i debiti dell'anno scorso...
Ma meglio tenere i tifosi buoni con falsi colpi di mercato. Già visto e già sentito. Come le risate degli altri alle nostre spalle: siamo diventati gli zimbelli.

giovedì 11 agosto 2011

Il Povero Attore E La Lite Temeraria – Atto Primo

Da Fabbrica Inter.


L’avvocato Elena Nittoli analizza frase per frase, delirio per delirio, la conferenza stampa di ieri del presidente ovino Andrea Agnelli. Oggi pubblichiamo la prima parte.

Life’s but a walking shadow, a poor player,
That struts and frets his hour upon the stage,
And then is heard no more. It is a tale
Told by an idiot, full of sound and fury,
Signifying nothing.
Ma la vita è un’ombra che cammina, un povero attore
che incede tronfio e pettoruto, agitandosi durante la sua ora sul palcoscenico.
E poi non si ode più nulla. E’ una favola
raccontata da un idiota, piena di rumore e furore,
che non significa nulla.

***
Dalla conferenza stampa della società Juventus del 10 agosto 2011:
‘Il sistema che nel 2006 ha lapidato la Juventus in piazza oggi si scopre garantista ed incompetente.’

Il significato dell’assunto sopra riportato riveste una valenza mediatica ridondante di rumori, furori e vuota di contenuti, i cui destinatari recettivi possono essere solo persone che ignorano il diritto. O ignoranti e basta. A tacer, ovviamente, degli uomini di malafede.
Punto primo: l’incompetenza del consiglio federale, Agnelli, nasceva proprio dall’erroneità procedurale con cui tale organo era stato indebitamente investito da lei e da un compiacente procuratore federale (sul cui stato soggettivo di buona fede applichiamo, in ogni caso, il principio di favore in dubio pro reo o anche la presunzione civilistica di cui all’art. 1147 del codice civile: a scelta).
Nei giorni di insana follia para-giuridica da poco trascorsi, avevamo spiegato, di volta in volta, quali fossero i passaggi -chiave attraverso cui discernere il vero dal falso mediatico, per decodificare secondo legge quanto stava convulsamente accadendo.
Secondo legge. Non secondo chiacchiere. Né secondo facoltà premonitrici di cui ancora non godiamo.
Prima ancora della riunione del 18 luglio avevamo, perciò, già individuato quali ne sarebbero stati i necessitati ed ineludibili esiti decisionali, semplicemente attenendoci al diritto (questo sconosciuto) e non alla sfera di cristallo.
Con buona pace di tutte le erroneità di un’informazione servile e strumentalmente volta ad un fine che non includeva di certo il rispetto delle regole. Quelle dell’ordinamento giuridico intendo, non le sue, Agnelli.
Nessuna improvvisa scoperta di incompetenza, dunque, del consiglio federale, ma solo l’imprescindibile presa d’atto, da parte del sistema istituzionale, che strumenti ad hoc per accontentare eventuali astrusità ad usum Agnelli non esistevano e non esistono tuttora.
La qual cosa, peraltro, è stata rilevata persino con sommo rammarico da taluni membri del consiglio, in primis dal presidente federale: pensi, dunque, se costoro avessero potuto sostenere il contrario, come lo avrebbero fatto volentieri. Mediti su questo, prima di intraprendere altre azioni legali …
Ancora: nessuna lapidazione in piazza della Juventus v’è stata nel 2006, Agnelli, perché la sua società ha goduto della garanzia di un contraddittorio e dell’esperimento di tutti i gradi di giudizio del processo sportivo.
Con l’assistenza legale di un difensore che, per primo, aveva da subito proposto (e con che premura!) l’ipotesi di un patteggiamento alle condizioni che oggi ella equipara alla lapidazione, ma che, allora, riuscirono ad evitare alla sua società di finire nel baratro della serie C, o peggio ancora.
Non lo ricorda più?
E, sempre perché, oggi, ella pare piuttosto debole di memoria, le rammento che siffatte condizioni favorevoli vennero concordate sulla base di un previo riconoscimento di colpevolezza, implicante una dichiarazione di dissociazione dall’operato dei vertici societari prontamente scaricati all’epoca (la premiata ditta Moggi & C.), gli stessi per i quali invece, ora, ella si profonde in pubbliche manifestazioni di stima.
Le voglio precisare, a riguardo, che i meccanismi di resipiscenza in virtù dei quali la legge prevede e consente benefici premiali in favore del reo non possono essere applicati e poi negati, a convenienza del condannato: perché è parimenti prevista la possibilità di una revoca di quegli stessi benefici.
E’ il caso, ad esempio, della sospensione condizionale della pena, che viene concessa sulla base di una prognosi favorevole di futura astensione dalla commissione di reati, ma che, in caso di successivo mancato riscontro in tal senso, viene automaticamente revocata, con conseguente esecuzione della pena prima sospesa.
Perché questa è la ratio sottesa a siffatte concessioni.
Sono incline ad ipotizzare che il principio di massima, con una sana dose di pragmatismo processuale, potrebbe trovare applicazione anche alla evidente resipiscenza di comodo della società Juventus.
Che ne dice?
Quanto alla storia della lapidazione in piazza, le ricordo che la gogna mediatica senza contraddittorio è semmai quella che è stata inflitta all’Inter, attraverso il ricorso ad accuse vili e strumentali, formulate a carico di chi -si sapeva- da esse non si sarebbe mai potuto difendere, cioè del suo defunto Presidente: in un sol colpo, si è così riusciti ad inchiodare al muro una persona altrimenti inattaccabile, ma oggi mortis causa indifendibile e, al tempo stesso, la società di cui era esponente, atteso che il vero titolare di ogni eventuale azione non è più in condizione di esercitarne alcuna (altro che rinuncia alla prescrizione suggerita a Moratti …).
Questa, chiamasi lapidazione, Agnelli.
Capito?
Non entro –per ora- nel merito della schizofrenica miriade di azioni che ella ha promesso di intentare, perché tale elencazione innanzitutto evidenzia, già di per sé, l’intento parossistico di sparare nel mucchio con la speranza di centrare, prima o poi, almeno un bersaglio.
Mi riserverò pertanto di esprimermi su ciascuna di esse, di volta in volta, quando ella me ne darà occasione in concreto, va bene?
Peraltro, conoscendo la giustizia ed in particolare quella italiana, non ho dubbi che prima o poi ella possa anche riuscire a trovare un giudice sensibile alle sue risibili ragioni.
Le probabilità, intentando tante più azioni legali, risultano tanto più elevate: è matematica questa e si chiama ‘relazione direttamente proporzionale’. Mica è diritto.
Ed un tale giochetto, di certo, le viene assicurato dalla sussistenza di notevoli mezzi economici, non di ragioni giuridiche.
Occhio, però, Agnelli, che a forza di farlo questo giochetto (che giuridicamente parlando corrisponde al nome di ‘atto emulativo’ e cioè ‘atto compiuto al solo scopo di nuocere o recare molestia ad altri’) si corre anche il rischio di pagarne poi il prezzo.
Perché esiste anche un concetto di temerarietà della lite intentata con mala fede o colpa grave, implicante non previsioni meramente descrittive, bensì concrete conseguenze di tipo sanzionatorio per la parte soccombente nel giudizio: e cioè, il risarcimento del danno alla parte avversa (tale meccanismo è previsto dalla lettera dell’art. 96 del codice di procedura civile, ma trattasi di principio generale di diritto, come tale applicabile, quindi, anche alla massa confusa ed indistinta di azioni da lei minacciate).
Questo, sempre in quel mondo sconosciuto chiamato ordinamento giuridico. E non nel suo onirico regno.
Se lo faccia spiegare dai suoi avvocati.
Tradotto: significa che a tirar troppo la corda anche in tribunale -dai e dai- può succedere, alle volte, che la corda poi si spezzi.
Certo, una tale ipotesi, presupporrebbe sempre un’attivazione da parte dell’Inter e di Moratti sul contrapposto fronte, anziché una generosa, muta, passiva sopportazione di stile come quella di cui ella ha sin qui goduto.
Ma questa è altra faccenda, per la quale rinvio al prossimo atto della nostra interminabile commedia …
Avv. ELENA NITTOLI

SULLO STESSO ARGOMENTO ANCHE "SE PAROLISI AVESSE MILIONI DI TIFOSI".

IL MIO COMMENTO: Ti chiedo scusa Lapo. Ti ho giudicato male. Lo scemo di famiglia è tuo cugino Andrea.

domenica 7 agosto 2011

Le comiche

"Ci siamo riconfermati come la squadra migliore d'Italia. La Supercoppa è stata una conferma in questo senso. Siamo assolutamente la squadra di vertice in Italia."

sabato 6 agosto 2011

Rizzoli 2, la conferma.

Ovvero la dimostrazione di come si possa falsare completamente una partita invertendo falli, non fischiandoli e non ammonendo quando si dovrebbe. Ma noi non avevamo certo bisogno di conferme per sapere che tipo di arbitro è Rizzoli. A noi la coppetta, a loro la consapevolezza di essere nettamente più forti e di stare lavorando nella direzione giusta. E per la cabala... pure due anni fa persero la Supercoppa 2-1 a Pechino, la stagione iniziò così ma finì così.



venerdì 5 agosto 2011

Anche Sport si arrende.

Anche il quotidiano catalano Sport, che nel 2008 fece di tutto per "spingere" Ronaldinho fuori dal Barca oggi non può fare altro che rendergli omaggio.




Brasil quiere a Ronaldinho de vuelta a la `seleçao¿. El 10 del Flamengo es el jugador del momento en su país. Es el pichichi del Brasileirao. Físicamente va como un tiro. Delgado y motivado ha convertido al `Fla¿ en un firme candidato a ganar la Liga. Su magia ha dejado de aparecer en cuentagotas para ser un elemento que marca diferencias, intimida rivales y gana encuentros. Nadie en su país está jugando a su nivel, eclipsando, incluso, al prodigio Neymar.
Ronnie no necesita coartada para recuperar la `10¿ de la canarinha, que no viste desde noviembre del año pasado en un amistoso contra Argentina. Su rendimiento deportivo le avala. Y la `torcida¿ lo apoya. Las encuestas online realizadas por varios medios brasileños indican que más del 80% de sus compatriotas desean verlo de nuevo vestido de `verdeamarelo¿.
En su club le apoyan al unísono. El vestuario está a muerte con él. Vanderlei Luxemburgo, artífice de su recuperación física, también lo tiene claro. “Todos sabemos que es un jugador excepcional, tiene calidad y experiencia para sumar en la seleçao. Si ser llamado depende de su rendimiento en el Flamengo, está claro que su retorno debe producirse pronto”.
La `crisis del 10¿ que vive la canarinha rema a su favor. Paulo Henrique Ganso decepcionó en la Copa América. Estuvo parado muchos meses por una lesión de cruzados y una posterior ruptura muscular y llegó al torneo continental sin gasolina. Su rendimiento también ha bajado mucho en el Santos, donde empiezan a lloverle las críticas.
La aportación de Ganso ejemplifica la decepcionante campaña brasileña en la Copa América, donde no llegó ni a semifinales. En Brasil hay desánimo con el proyecto a largo plazo que Mano Menezes está ideando para el Mundial 2014. Para empeorar la situación, su última convocatoria para el amistoso, del diez de agosto, contra Alemania ha levantado ampollas.
El centro del campo no carbura y el seleccionador ha apostado por jugadores medianos: Ralf (Corinthians) no tiene nivel seleçao, Luiz Gustavo (Bayern Munich) es un auténtico desconocido para el público brasileño y Renato Augusto (Bayer Leverkusen) así como Fernandinho (Shakhtar Donetsk) nunca llegarán a pseudo-cracks. Ante este panorama gris y mediocre, Brasil se pregunta en voz alta: “¿Por qué Ronaldinho no está allí?”. Eso, ¿por qué, no?  

martedì 2 agosto 2011

Ciao Andrea


Andrea Pazzagli se n'è andato. Volato via in cielo, come tante volte era volato tra un palo e l'altro.
Di te ricorderò sempre le interviste fatte da te, improvvisato giornalista, sull'aereo dopo la conquista della Coppa Intercontinentale. Calcio d'altri tempi quando invece di insultare gli avversari (magari compaggni , fino a qualche mese prima) si sfotteva l'autore del gol decisivo (in quel caso Evani). Quanti ricordi del Milan della mia infanzia, lontano anni luce dallo squallore odierno.
Ma Andrea non era solo un bravo ragazzone, era stato anche un ottimo portiere, nato in un epoca dorata e perciò chiuso da gente come Zenga, Tacconi, Giovanni Galli, Pagliuca, etc... ma l'unico, come amava ricordare lui stesso, ad aver preso un 9,5 in pagella in un Ascoli-Inter. Le sue parate, a rivederle oggi, sembrano prodigi di un angelo con le ali. E così ci piace ricordarti , caro Andrea.
Ovviamente sugli altri blog , concentrati e illusi come sono su Fabregas e altre sciocchezze, non si sono neanche ricordati di te, loro "milanisti veri" (sic).





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