“E’ un momento duro. Eh lo so, abbiamo un nuovo allenatore e c’è un attimo da riorganizzarsi percheésai che…Ah, no scusa…ahhh, intendi…pronto? Proonto? Massimiliano, è un momento duro? Ah, intendi per voi? Cacchio scusa non avevo capito. No, sai, non mi pareva. Isla mi sembrava Lampard. Eder un giocatore. Ma sai, non mi pareva. Eh, no. Un po’ perché sono un inguaribile ottimista e un po’ perché vi vedevamo tranquilli. Tutti. Sarà stata la Gazzetta dello Sport post Barcellona a confondermi. Possibile che io abbia letto male perché sembrava che Pato fosse stato il mattatore del….eh no, non l’ho vista la partita. Ho letto soltanto sul sito poi….ah, è stato trascinatore proprio? Ah, perché segnare a freddo così è da fenomeno? Ah, ai campioni basta un minuto? Sì, però gli altri ottantanove cioè..perché se mi ragioni così potrei dirti che Muntari nel 2008 con la Juve è stato superfenomeno con quel gol lì…però sarei disonesto. Ah una grande difesa? Eh in effetti i vostri centrali son proprio bravi.”
“MA SIETE IN CRISI O NO?”
“Non capisco proprio ‘sta cosa che siete in crisi. Perché lo dicono a noi da un po’ ma a voi no. Dicono che lo siamo da un po’. A dir la verità dall’inizio, quando il nostro allenatore sembrava essere un traghettatore in partenza. Tra qualche anno ad agosto parleranno di traghettatore per il traghettatore di gennaio. Non avremo più allenatori ma uomini in bilico, pazzesco. Come? Eh, sì..gli han dato il benservito. Se sono ironico? Beh, vedi te. Però non credo sia stato sensato il comportamento della stampa. O meglio, sarebbe bastato avere un atteggiamento coerente con tutte le squadre…perché voi alla fine, diciamocelo…Come? Pronto, Massimiliano? Ti sento male. Pronto? Sì…hai ragione: un punto in più in campionato. Cesena gioca bene, Udinese più bel calcio della Serie A, Napoli travolgente e Lazio regina del mercato. Ma voi non siete mica il Milan? Cioè…non capisco e potrei replicarti con Bologna fuori casa, Roma, Palermo fuori casa. Novara no, non me la sento e spero tu possa apprezzare l’onesta intellettuale. Quello che non mi è chiaro, numeri alla mano, è lafotografia scattata da un fotografo incompetente.”
“MASSIMILIANO, CI SEI ANCORA?”
“Mi senti? Sono in ascensore, va che magari non prende…pronto? Ok, sì ora sì. Dicevo…noi non stiamo bene, certo. Ma abbiamo questo vizio: appena qualcosa scricchiola ce ne accorgiamo, ne prendiamo atto e talvolta conviviamo con l’errore perché, se errore c’è, tanto vale risolverlo. O provarci. E mentre provi a rimettere a posto i pezzi, non dico con la tranquillità ma con la fierezza di chi non deve dimostrare niente a nessuno, intorno si scatena la serenità degli “altri”. Poco importa se non sia reale: sta di fatto che quando noi siamo in cantiere per la revisione, gli altri sono felici, sono brillanti, hanno una crisi che passa sopra le loro teste e non li sfiora nemmeno. O forse c’è questa crisi, e qualcuno o qualcosa che gliela tiene sopra le teste, buttandola su altre. Mi chiedo quanto la vostra felicità dipenda dalla nostra presunta infelicità o difficoltà. Mi domando quanto noi serviamo a voi come maschera o come capro espiatorio. Sembreremmo, in ogni caso, indispensabili. Questo mi fa piacere. La nostra gioia quando arriva, arriva da noi e basta. In un clima così, Massimiliano, la vincita è quasi raddoppiata. Ah…cioè? No, ma lo so che tu non ce l’hai con noi, ci mancherebbe. Lo so che pensi ai tuoi ragazzi. Anzi, in bocca al lupo…contro chi siete? E’ una birra?”.
Click.
LUCA SCANNI
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