lunedì 27 febbraio 2012

La finta guerra tra Milan e Juventus


E’ difficile prendere sul serio le polemiche dopo uno dei più belli e intensi Milan-Juventus degli ultimi decenni, ma non solo perché gli errori arbitrali alla fine sono stati più o meno in entrambe le direzioni. E’ evidente che un errore che si verifica ‘prima’ pesa di più rispetto a uno ‘dopo’, ma non è questo il punto. Dal clamoroso gol non visto di Muntari al ‘primo’ uno a uno annullato a Matri per fuorigioco inesistente, passando per il pugno di Mexes a Borriello a tante situazioni minori male interpretate, questo Milan-Juve sarà di sicuro ricordato e non per l’ottimo calcio che pure c’è stato. Detto che eravamo allo stadio e che sul momento, senza monitor, abbiamo pensato che Buffon avesse davvero evitato il gol con una prodezza che ci ha ricordato quella di Banks su Pelé a Mexico 1970, il discorso di fondo è sempre lo stesso: se si pensa che ci sia un complotto contro la propria squadra (e ci può essere, in teoria) bisogna denunciarlo con moventi e mandanti, se no tutto rientra nel normale ‘mettere pressione’ ad arbitri che già di loro sono sotto pressione. Alla fine di tutto questo, rimane la domanda: il Palazzo tifa Juventus, per mettere una pietra su Calciopoli (semplifichiamo), o Milan in quanto club politicamente trainante della Lega (anche qui semplifichiamo)? Perché poi staremmo parlando di due società alleate, cosa che non è un reato ma comunque un fatto sbandierato dai dirigenti di entrambe, fin dall’inizio dell’era della Triade in bianconero (quindi dal 1994), che non potrebbero essere alleate se avessero il sospetto che una delle due lavori per imbrogliare l’altra. Tutta una settimana, quindi, dalle dichiarazioni di Conte e Allegri in su, va derubricata a normale (purtroppo) lavorio sulla terna arbitrale, con dossier fatti scrivere da terzi senza nemmeno metterci la faccia come uno Zamparini qualunque. Se la partita è stata falsata, lo è stata paradosalmente proprio dalla tivù che tutti invocano (anche noi) come rimedio a tutti i mali del calcio. Impossibile che nell’intervallo Tagliavento non sia stato informato delle immagini relative all’episodio Muntari-Buffon, impossibile che non ne sia stato condizionato. Da questa pseudo prova-tivù è poi nato l’atteggiamento anti-juventino del secondo tempo, superato dal calo del Milan e dal carattere della squadra di Conte. Concludendo? Non sempre ci sono i complotti, nel calcio italiano, mentre i furbi sono una simpatica costante. E siamo anche costretti a prenderli sul serio.
Twitter @StefanoOlivari
Il mio commento: Una sceneggiata indecente interpretata da pessimi attori. 

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