venerdì 1 luglio 2011

Revocate lo scudetto del 2004!

di: ALBERTO DI VITA per Fabbrica Inter.
Il Procuratore federale,esaminati gli atti dell’indagine inerente alle trascrizioni delle conversazioni telefoniche depositate presso il Tribunale di Napoli nel noto processo penale in corso di svolgimento ed espletata la conseguente attività istruttoria in sede disciplinare, ha disposto l’archiviazione del procedimento, non essendo emerse dalle risultanze istruttorie e dai contatti telefonici in atti fattispecie di rilievo disciplinare procedibili, non coperte da giudicato ovvero non prescritte ai sensi dell’art. 18 del C.G.S. vigente all’epoca dei fatti. Pertanto, con provvedimento a parte, è stata disposta l’archiviazione degli atti:
[...]
12. nei confronti dell’allora socio di riferimento dell’Internazionale sig. Massimo Moratti e della società Internazionale:
perché non sono emerse fattispecie di rilievo disciplinare non prescritte ai sensi dell’art. 18 C.G.S., vigente all’epoca dei fatti.
13. nei confronti dell’allora presidente dell’Internazionale (deceduto l’anno 2006) sig. GiacintoFacchetti e della società Internazionale: perché non sono emerse fattispecie di rilievo disciplinare procedibili ovvero non prescritte ai sensi dell’art. 18 C.G.S., vigente all’epoca dei fatti.

Ci può essere un po’ di confusione nella lettura del testo, però di fatto Palazzi afferma chenon ci sono fatti di rilevanza disciplinare procedibili, che non siano passati in giudicato o che non siano caduti in prescrizione. Quel che, cioè, era sfuggito alla precedente sentenza e che non è andato prescritto non dà motivo di procedere con il deferimento. Formula che, essendo avvocatese, lascia ampio margine a tutti quanti per un’interpretazione positiva della propria istanza. Lasciando tutti più o meno arrabbiati.
Non ci sono violazioni, insomma, dall’incartamento che viene da Napoli. E adesso è tutto nelle mani del Consiglio Federale, che potrebbe decidere di revocarlo per ragioni politiche e non disciplinari, perché sentirebbe necessario dover certificare uno scudetto anche alla luce di comportamenti eticamente ineccepibili.
Di fatto si apre un interessante spazio normativo, in cui un Organo Federale può stabilire che uno titolo possa essere revocato, così come avviene nell’atletica per esempio, anche a distanza di molto tempo, laddove fossero riscontrate violazioni e reati, o anche perché, secondo la nostra amica Gazzetta, si possa essere non proprio integerrimi eticamente.

A questo punto, l’eventuale revoca diventerebbe persino divertente.
Perché il passo successivo sarebbe semplice: accertata la condotta di Moggi & Co., passata in giudicato la sentenza, revocati gli scudetti 2005 e 2006, e alla luce di quello che, seguendo tutti la rosea, i giornali chiamano ormai “principio di assoluta trasparenza etica” (di cui non si riesce a trovare menzione in nessuna carta ufficiale della FIGC), l’Inter dovrebbe chiedere immediatamente la revisione di tutti i titoli almeno dal 1994 in poi, dall’inizio dell’epoca Moggi-Juventus. Perché risulta evidente, sempre dalla sentenza passata in giudicato, che l’opera continuativa nel tempo non può essere nata nel 2005, dove già i rapporti erano saldi e confidenziali (come detto dalla sentenza stessa). Perché non ci può essere dubbio sull’etica di quegli anni. Moggi, Giraudo, Meani, Galliani… è già tutto sentenziato.
Rivediamo tutto, in base a questo nuovo e luminoso “principio di assoluta trasparenza etica“. Perché se per Abete “l’etica non cade in prescrizione”, non si capisce per quale principio debba valere per uno scudetto del 2006 e non uno del 1998 o del 2002.
Revocateci questo.

IL MIO COMMENTO: Revocate pure gli scudetti del 2004 e quello del 2011. E pure le Champions, visto che ci siamo.




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