venerdì 19 agosto 2011

La Juve, l’Inter e le liste di prescrizione.





pubblicata da Marco Travaglio il giorno venerdì 19 agosto 2011 alle ore 16.57

Carta Canta, l'Espresso - 19 agosto 2011



C’era una volta lo ”stile Juventus”. Quello di Gianni Agnelli e Boniperti, Trapattoni e Platini. Poi, al seguito di Umberto Agnelli, arrivò la “triade” Giraudo-Moggi-Bettega. Risultato: il processo per doping, lo scandalo Calciopoli, due scudetti annullati e retrocessione in serie B (la prima della storia). Nel 2006 John Elkann affida il club a due manager gentiluomini, Giovanni Cobolli Gigli e Jean-Claude Blanc, con il compito di recuperare lo stile e la serie A: missione compiuta su entrambi i fronti. La Vecchia Signora accetta con signorilità il verdetto sportivo, giusta espiazione per i maneggi di Moggi & C., e si rimette all’onor del mondo.



Ma due anni fa il ramo cadetto degli Agnelli si riprende il giocattolo con il giovane Andrea, figlio di Umberto e vecchio sodale di Moggi e Giraudo. Risultato: zero titoli sul campo, ma centinaia sui giornali, cavalcando il revanscismo della parte più becera della tifoseria, convinta che retrocessione e scudetti perduti non siano colpa di chi commise gli illeciti, cioè Moggi e Giraudo, radiati dal mondo del calcio, ma di chi li ha scoperti (la Procura di Napoli) e sanzionati (la giustizia sportiva e il commissario Figc Guido Rossi). Un complotto delle toghe: non rosse, ma nerazzurre.



Ora Andrea Agnelli, per non passare alla storia come l’unico presidente juventino che non ha vinto neppure la Coppa del Nonno, rivuole addirittura indietro i due scudetti di Calciopoli e minaccia ricorsi al Tribunale di arbitrato dello sport e perfino alla giustizia ordinaria. A suo dire, il titolo del 2005-2006, uno dei due viziati dalla manovre moggiane su arbitri e designatori, dunque assegnato all’Inter seconda classificata, non sarebbe “lo scudetto degli onesti” come lo definì Moratti, ma “dei prescritti”. E questo perché il pm sportivo Stefano Palazzi ha dichiarato prescritti i sospetti sul coinvolgimento dell’Inter in Calciopoli, “a meno che l’Inter non rinunci alla prescrizione e si lasci processare”. Moratti non rinuncia e sbaglia di grosso.



Ma la prescrizione, in casa Juventus, è materiale infiammabile da maneggiare con estrema cautela. L’Agnellino dovrebbe dare una ripassata alle 49 pagine della sentenza del 10 marzo 2006 con cui la Cassazione, ribaltando le assoluzioni d’appello, dichiarava i vertici bianconeri colpevoli di aver “dopato” i giocatori con sostanze proibite oppure lecite ma usate in dosi e con metodi vietati, dal luglio ‘94 al settembre ’98 (l’età dell’oro di Marcello Lippi), alterando le prestazioni e dunque truccando ben quattro stagioni sportive. Colpevoli, sia Giraudo sia il medico sociale Riccardo Agricola, di un unico “disegno criminoso” a base di frode sportiva e somministrazione di farmaci in modo pericoloso per la salute; ma salvi per prescrizione, in quanto i reati si erano estinti pochi giorni prima a causa della lunghezza del processo. Sia per Giraudo, assolto in primo e in secondo grado, sia per Agricola, condannato in tribunale e assolto in appello, la Suprema Corte dava ragione al pm Raffaele Guariniello e disponeva l’annullamento dell’ultimo verdetto perché “questo collegio ha ritenuto che la condotta degli imputati integri il delitto di cui all’art.1 della legge 410/89” (frode in competizioni sportive).



Il reato insomma c’era, ma era “estinto per prescrizione”. Il medico, su mandato dell’amministratore delegato, imbottiva i calciatori di “sostanze vietate” come i “corticosteroidi”, e anche di farmaci non vietati ma somministrati ad atleti sani per potenziarne il rendimento, “in modo pericoloso per la salute”. E anche per la genuinità delle classifiche, violando - ricordano i giudici - la legge che tutela “la regolarità e la correttezza delle competizioni, poste in pericolo dalla sleale alterazione chimica delle prestazioni”.



La Juve che oggi sfida l’Inter a restituire “lo scudetto dei prescritti” e a rinunciare alla prescrizione nel processo sportivo si guardò bene dal rinunciarvi in quello penale. Anche perché, dopo la sentenza di Cassazione, il nuovo processo sarebbe finito con condanne sicure e la conseguente revoca di tutti i trofei vinti nel quadriennio dello scandalo: tre scudetti, una Champions, due Supercoppe italiane, una Supercoppa europea e un’Intercontinentale. Questi come li vogliamo chiamare, dottor Agnelli: i “trofei dei prescritti”? E perché, per dare il buon esempio all’Inter, non li restituisce? 

5 commenti:

dnarossonero ha detto...

Ottimo l' articolo di Travaglio soprattutto per te che sostentevi che quello del 2006 era lo scudetto degli onesti, che non erano prescritti e che faceva benissimo Moratti a non ci rinunciare. Questo articolo dice esattamente l' opposto. Al massimo invita la juve a non farla troppo lunga sulla prescrizione per ovvi motivi, ma non incoraggia in alcun modo Moratti a non rinunciare a quello scudetto.

Hai toppato con i giudizi sull' Inter nel 2006 e in questi anni. Se hai i coglioni lo devi ammettere. Punto. Non puoi censurare sempre chi ti fa notare i tuoi errori ne puoi scappare sempre dal doverli ammettere. L' Inter conserva il titolo del 2006 unicamente perché la prescrizione non permette loro di essere processati.

Rdv ha detto...

credo che , complice il caldo, chissà, tu non abbia capito una mazza del senso dell'articolo. lo scudetto , vinto sul campo dall'Inter nel 2006 è candido, e lo dimostrano proprio quelle intercettazioni, irrilevanti sul piano penale e anche della giustizia sportiva, non avendo l'Inter commesso nessun illecito.
non hai neanche capito che se si applicasse questo principio della "cancellazione" della prescrizione il Milan dovrebbe restituire TUTTI i trofei vinti o meglio rubati in tutti questi anni di re merda.

dnarossonero ha detto...

L' Inter non era candida. Il materiale successivamente uscito sull' Inter dice che se fosse venuto fuori al tempo avrebbe conseguito penalizzazioni anche per l' Inter nella stagioni 2005-2006 tali da non permettergli la vittoria dello scudetto e nemmeno l' accesso alla successiva champions. Avrebbero avuto la stessa identica penalizzazione del Milan. Esattamente come ho sempre sostenuto dal 2006. La relazione di Palazzi è chiara.

Rdv ha detto...

questo forse nei tuoi sogni più libidinosi. nella pratica. che comportamento illecito avrebbe messo in atto l'Inter? ancora non l'ho capito sai? illuminami.

maoebasta ha detto...

Grande DNA, in due commenti hai dimostrato una ignoranza oceanica!!
La relazione Palazzi parla di accuse che il Procuratore avrebbe mosso, non di reati che effettivamente sono stati commessi.
E come mai Meani non stà rinunciando alla prescrizione per il supplemento di accuse?

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