venerdì 29 luglio 2011

Che vada in carcere



da Repubblica.

RIO DE JANEIRO - Ancora guai per Pato: stavolta non sono né fisici né legati ai risultati sportivi. L'attaccante, secondo l'avvocato della sua ex moglie, rischierebbe addirittura il carcere. Gisela Pazini, legale di Sthefany Brito, in un'intervista rilasciata al quotidiano brasiliano "Folha", dichiara guerra. "Non ha mai pagato un centesimo per la mia cliente, stiamo studiando la forma migliore per chiedere il carcere per inadempienza".

LE RAGIONI DELLA RICHIESTA - I motivi profondi risalirebbero a due anni fa. "Quando si sono sposati, nel luglio del 2009, lui le ha detto che avrebbe dovuto smettere di lavorare e in cambio lui avrebbe depositato 50 mila reais (22 mila euro) ogni mese sul suo conto corrente. Il pagamento è andato avanti fin quando i due sono rimasti sposati, poi si è interrotto". Il legale della Brito prosegue. "Dopo il divorzio, lui le ha offerto 5 mila reais al mese (2200 euro) fino alla fine dell'anno, somma ritenuta insufficiente dalla mia cliente, che a causa del matrimonio si è dovuta trasferire in un altro paese perdendo la possibilità di lavorare come attrice". Dopo la sentenza che condannava Pato a pagare quanto disposto, il tribunale di Rio ha sospeso l'obbligo.

IL CONTRATTACCO - Secondo lo staff legale del "Papero", la sospensione equivale ad un annullamento. "Il mio cliente non deve nulla alla ex moglie - afferma Joao Paulo Lins e Silva - e le ha già pagato 5 mila reais al mese da quando si sono separati fino a fine 2010. La donna non ha figli, questo pagamento sarebbe una sorta di pensione surreale. Si potrebbe corrispondere solo in caso di sopravvivenza. Il problema è che la Brito ha vissuto in Italia per sette mesi con lui. Questo è uno scambio quasi equo. E' il tempo in cui solitamente un attore si prende una vacanza. Chi ha detto che ha perso il lavoro per il suo trasferimento in Italia di qualche mese?".

(fine articolo)


IL MIO COMMENTO:


Della , discutibile, vita privata di Pato (e, come direbbe Oronzo Canà, della "maiala della presidentessa" non mi interessa nulla . Diverso il discorso quando il piano dal privato si sposta al penale. 
Da questo punto di vista non si può tollerare. E da questo punto di vista Pato incarna alla perfezione lo stile Milan.
Chissà come mai, forse per il fatto che la cosa riguardi l'amante della figlia del loro padrone, sarà per il diverso colore della pelle, o forse più probabilmente per il colori della maglia, gli ascari di Striscia la Notizia, statene sicuri, non andranno a ravanare, inventando e enfatizzando, in questa storia, facendola sembrare più torbida di quello che è,  non inseguiranno Pato per strada, neanche una domandina, non andranno in Brasile ad intervistare la moglie tradita e abbandonata, magari in lacrime, non faranno vedere il povero figlioletto camminare in una favela, non andranno ad infamare e diffamare Pato, ovviamente ad orologeria, alla vigilia di una partita importante. Potete scommetterci.

giovedì 28 luglio 2011

Ronnie Show!

Restituire il maltolto, please



No , non stiamo parlando ancora di coppe e scudetti, ogni cosa a suo tempo. Parliamo di soldi e tanti pure.
Dopo la sentenza sul Lodo Mondadori e i 564 milioni e spiccioli che Merdaset ha dovuto pagare a Cir, ora dovrà restituire altri 220 milioni. Ancora noccioline in confronto a quanto rubato negli anni. Ma è un segnale, forte, che questi non riusciranno alla fine a farla franca.

mercoledì 27 luglio 2011

4 su 4


4 su 4. E non mi riferisco ai rigori ma alla classifica finale dell'Audi Cup. Ultimissimi.
Certo, non vale la pena spendere soldi pure per gli arbitri delle amichevoli ma poi i risultati, e le figure che si fanno, sono questi. E a poco valgono gli alibi. Il Barcellona, ieri, ha giocato con i ragazzini della seconda squadra, alcuni pure messi fuori ruolo (Marti Riverola, per esempio, è un centrocampista offensivo che prima di ieri non aveva mai giocato terzino destro). L'ennesima conferma di quanto vale, veramente, la rosa di questo patetico Milan.

E la stampa spagnola ridicolizza Ibrahimovic.


http://www.mundodeportivo.com/20110727/futbol/internacional/ibrahimovic-se-queda-con-las-ganas_54191825595.html

domenica 24 luglio 2011

Troppo signore (ma comunque vincente).


Maestro, l'unica cosa che posso dirle è che mi tolgo il cappello. Avercene di Uomini così nel mondo del calcio.

venerdì 22 luglio 2011

Diego te la spiego io Calciopoli





Calciopoli intesa come sistema e  non come inchiesta giudiziaria, era un'associazione a delinquere atta ad ottenere determinati vantaggi per il club associati. Tra questi c'era pure il tuo e conta poco che tu all'inizio sei stato di fatto ricattato. Cedendo al ricatto sei passato da vittima a complice di chi col sistema delle schede svizzere o occupando posti di potere in lega calcio, determinava e orientava gli arbitraggi delle partite e quindi i risultati delle partite stesse e dei campionati. C'era chi invece questo sistema l'ha combattuto come l'Inter che è stata vittima e parte lesa di questo sistema. Dove sono i milanisti che dicevano "facciamo parte del sistema per arrivare secondi?". Con la stessa logica non si capisce come si possa sostenere che l'Inter facesse parte di un sistema che garantiva vittorie e piazzamenti, quando queste invece non arrivavano mai, neanche quando c'era assoluto bisogno ,non come club, che arrabattandosi riescono comunque ogni 3-4 anni a vincere, tu sai come, con puntualità svizzera, come le schede telefoniche e i conti in nero, per tenere buoni i tifosi (e ogni riferimento alla stagione 2010/11 non è per nulla casuale). 
Certo non tutti i club che facevano parte del sistema potevano vincere ma si assicuravano comunque dei vantaggi in classifica, come il tuo. 
Evidentemente non l'Inter. Ma l'Inter non era l'unico club pulito. Pure il Bologna ad esempio lo era . Senti cosa dice Gazzoni Frascara.


“’Non so se Moratti, e Facchetti, e dunque la società nerazzurra, fossero o meno implicati nella vicenda. Ma a parte che leggendo le intercettazioni rilevate dal procuratore Palazzi mi sembra che le conversazioni fra Facchetti e i designatori, così come quelle di Moratti e degli altri diregenti di sei diverse squadre di serie A, siano prive di malizia, a differenza, a mio avviso, di quelle rilevate fra Moggi e i fratelli Della Valle, fra Sandro Mencucci e il vice presidente Mazzini circa quello che e’ stato esposto in maniera molto precisa dal Gup De Gregorio nella sentenza di primo grado nei confronti di Giraudo. In questa vi sono ben 20 pagine riguardanti il cosiddetto ‘salvataggio della Fiorentina’, e si precisa che proprio questa operazione e’ la conferma del potere occulto della ‘cupola’ che governava all’epoca il campionato di serie A. E a parte che il diritto alla difesa nel caso di Facchetti riveste caratteri di impossibilità per le purtroppo tristi note vicende, e quindi mancherebbe una testimonianza basilare per un’eventuale quanto improbabile accusa verso questo grande campione dello sport, trovo quantomeno curioso, per usare un eufemismo, il concetto implicitamente espresso da Della Valle. Come se l’eventuale reato ascrivibile all’Inter cancellasse quelli già al vaglio della giustizia”.
“’anche davanti a una eventuale pluralità di illeciti, questi vanno tutti sanzionati sia dalla giustizia sportiva sia, se ve ne sono gli estremi, anche dalla giustizia penale e/o civile’”
“’E’ una dinamica che già altre volte e in altri campi si è cercato di attivare: dato che siamo in molti, se non tutti, a essere colpevoli, annulliamo il reato… Mi sembra francamente un affronto a tutti coloro che il danno l’hanno subito sulla propria pelle, a cominciare dai tifosi e, naturalmente, a chi, come il sottoscritto, ha subito il danno della retrocessione sia in termini economici che di immagine”

No, chi deve dare spiegazioni a qualcuno non è certo Moratti e chi come lui si è opposto a questo sistema corrotto, ma chi non ha pagato o ha pagato in maniera assolutamente risibile e insufficiente per fatti gravissimi che hanno minato dalla base la credibilità del calcio in Italia negli ultimi 25 anni. Come la Fiorentina, come il Milan, come la Juventus.
Se c'è qualcuno che deve dare spiegazioni, ancora molte, quelli sono Galliani e Moggi (più, molto di più, il primo, che guarda caso cerca di volare basso e non riaprire il vaso di pandora, del secondo).

lunedì 18 luglio 2011

E ora... andate a rosicare!!!!


Il consiglio federale, una volta tanto, ha fatto quello che poteva e doveva fare. Non è un organo giudicante e non ha giudicato, limitandosi a dichiararsi incompetente. Su queste basi il signor Andrea Agnelli, che si sta coprendo di ridicolo, non si sa a quale titolo dice che impugnerà la decisione. Si vedrà. Intanto, oggi noi vogliamo solo ricordare un avversario leale e un uomo onesto.

"Ognuno di noi è unico.
Qualcuno lo è di più. Oggi sarebbe stato il compleanno di Giacinto Facchetti, non fosse che non possiamo più averlo fisicamente con noi.
Possiamo però ritrovare quella sua indimenticabile unicità di Campione, ricordarlo sia da giocatore, un simbolo di quei grandi anni, sia da presidente. Giacinto Facchetti è stato un uomo che in campo e fuori dal campo ha conservato integre le stesse caratteristiche.
Forza, onestà, chiarezza, coraggio.
Oggi è il 18 luglio, lui compirebbe 69 anni. Ci manca. Continua a mancarci, proprio per quell'unicità indimenticabile, che nulla e nessuno ha potuto e potrà mai intaccare."

(dal sito dell'Internazionale Football Club)

venerdì 15 luglio 2011

Eccola qui la "benevolenza" del gruppo Rcs nei confronti dell'Inter: un attacco corale, senza mezza voce di dissenso.

Dal sito del Corriere , venerdì 15 luglio


Vieira si ritira, finalmente

Finalmente perché ogni volta che lo vedevo (lui ma anche altri e l'elenco potrebbe essere lunghissimo) in campo mi giravano i coglioni a pensare a quanto coglione fosse Galliani. Sta di fatto che la società Milan è talmente marcia che l'incapace Galliani è riuscito a "sopravvivere" a tutta la carriera di Vieira.
In bocca al lupo Patrick.


mercoledì 13 luglio 2011

"Il giocatore dagli occhi cerulei"...



E' fatta! 
(Secondo SportMerdaset)
E infatti...



Morale della favola: il Benfica ci soffia un giocatore interessantissimo (soprattuto se pensiamo al "gioco" di Allegri) e probabile futuro campione. Non siamo competitivi sul mercato neanche col Benfica.
Come dire: abbiamo le pezze sotto al culo.

Canotte baronali


Quanto lo detesto quell'ometto.

lunedì 11 luglio 2011

Mondi paralleli

da Eurosport.


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Scoppia in Turchia lo scandalo su combine nello scorso campionato. Perquisite l'abitazione del numero 1 del club di Istanbul e la sede del club; arrestate 30 persone tra dirigenti e giocatori
A dimostrazione che tutto il mondo è Paese, a maggior ragione nel mondo del calcio, ecco spuntare lo scandalo su presunte partite arrangiate nello scorso campionato turco. E tra le personalità coinvolte nelle indagini della polizia ci sono nomi eccellenti, presidenti e vice-presidenti di società e persino alcuni giocatori.
Nella prima mattinata di oggi, secondo quanto riportano l’agenzia di stampa Anatolia e la CNN turca, una vasta operazione del nucleo investigativo della Polizia di Istanbul ha coinvolto 12 città del Paese e ha portato all’arresto di 30 persone. Sottoposte all’ordine di custodia cautelare, saranno interrogate nelle prossime ore perm fare luce sull’accaduto.
Il forte sospetto è che gran parte del campionato 2010/2011, vinto dal Fenerbahce, sia stato indirizzato e che diversi club abbiano preso parte a queste combine. E il fatto più inquietante è che tra i fermati ci sia anche la massima carica della società campionessa in carica, il suo presidente Aziz Yildirim. Alle 7 di questa mattina, la polizia si è presentata nella sua abitazione e, dopo aver effettuato una perquisizione (lo stesso procedimento è scattato nella sede del Fenerbahce), ha proceduto al suo arresto.
Tra gli altri fermati ci sono anche due vicepresidenti, Nezvat Sakar (Trabzonspor) e Sekip Mosturoglu (Fenerbahce), e tre giocatori, Sekan Calik (Genclerbirligi), Serdar Kulbilge (Ankaragucu) e Umit Karan (Eskisehirspor).
Andrea Distaso / Eurosport

giovedì 7 luglio 2011

In bocca al lupo Leo


Ti auguriamo le migliori soddisfazioni sportive e professionali e speriamo di rivederti presto a Milano, meglio al Milan ovviamente, un Milan finalmente spurgato dalla merda della corte del Re Merda. A giocare un derby pulito e bello, una festa dello Sport. Ciao Leo, un abbraccio da un milanista che non ti ha mai rinnegato e mai ti rinnegherà. Grazie di tutto. Anche e soprattutto per la difficile scelta che ti ha portato sulla panchina dell' Inter.
Sei stato un degnissimo e nobile leader "dell'opposizione".

martedì 5 luglio 2011

Un angelo



Fazi: “Paolo, molto silenzioso, fai parlare lui”
Bergamo: “Beh sì, non mi posso mica mettermi a sbottonarmi troppo”
Fazi: “Più silenzioso che tu puoi… ti riesce cosi bene parlare… fai parlare lui… tu ascolta… rispondi solo quello che ti dice… però rispondi, come ti posso dire, entrando dentro l’argomento ma dalla sua parte…  quello che è in difficoltà? Hai capito? Mettigliela sotto questo aspetto? La grande fatica, la grande difficoltà che fai”
Bergamo: “Ma gli si può mettere anche qualche stupidata che ha fatto Mancini, eh….perché gli ci voglio far entrare un po’ il discorso di Matteo (Trefoloni, ndr) eh”
Fazi: “Alla fine eh…ti ci riportera’ lui…alla fine della serata”
Bergamo: “Ma tanto ci si arriva poi, figurati se non si parla di arbitri”


"Ho vissuto con Facchetti cento e piu' partite in azzurro, io attaccante lui capitano. Giorni belli e meno belli - afferma l'ex bomber del Cagliari e attuale dirigente accompagnatore degli azzurri - ma con una costante: Giacinto era una persona straordinaria, pulita, onesta. Per noi tutti era un esempio, un punto di riferimento costante, era il nostro angelo". (Gigi Riva).


Chi parlava della Gazzetta dello Sport filointerista l'ha letto l'editoriale di Andrea Monti di oggi?

lunedì 4 luglio 2011

Le bufale di Palazz-i/o




"Finalmente anche la causa nerazzurra ha un avvocato proveniente dalla società civile (Elena Nittoli del foro di Bologna) che autonomamente scrive un articolo per spiegare le ragioni giuridiche. a cui i media vogliono derogare per i motivi che ben conosciamo  e di conseguenza non han voluto prenderlo in considerazione nonostante fosse stato regolarmente inviato loro, che impediscono la revoca dello scudetto 2006 all’Inter. Un post estremamente chiaro che spero sia pubblicato ovunque nella rete nerazzurra e che cercheremo di far arrivare anche ai giornalisti a noi vicini.
E’ proprio così, giuridicamente parlando…
Ed infatti, non a caso, si prospetta una decisione che è stata già anticipata come ‘politica’. Tradotto: un modo per derogare alle regole.
Ma questo consentirà, in ipotesi, all’Inter di adire le vie legali nelle sedi opportune.
Veniamo al punto della questione.
Che è poi la natura dell’atto di assegnazione del titolo 2005-2006.

A fornirci una chiave di lettura appropriata, per muoversi nel ginepraio di quanto accaduto nell’immediato post calciopoli, è il parere consultivo dei tre saggi interpellati dall’allora Commissario Guido Rossi, il quale, attenendosi proprio a tale parere (che, chiariamo, era solo quello, un parere qualificato ma nulla di più), prese in realtà la decisione più lineare: quella di non decidere niente.
Era quanto in suo potere fare, fu ciò che fece.
Dalla lettura dell’elaborato consultivo emerge il percorso poi concretamente seguito da Rossi, attraverso la ricostruzione storica e dogmatica della questione che è stata fornita dai tecnici.
Costoro operarono un distinguo fra ‘assegnazione’ e ‘non assegnazione’, specificando come il provvedimento decisionale sarebbe servito solo nel secondo caso, allorché la Figc (quindi Rossi) avesse deciso di non assegnare il titolo per la stagione appena conclusa, maturando (come accadde nel 1927) una decisione discrezionale di opportunità, sulla base della valutazione di circostanze fattuali emerse dall’inchiesta.

Ebbene, Guido Rossi, si astenne del tutto dal prendere una siffatta decisione e, quindi, lasciò operare automaticamente le regole vigenti: l’art. 49/1 NOIF esplicò ex se i propri effetti.
Dunque, l’assegnazione fu automatica e conseguì alla revisione della classifica a seguito delle penalizzazioni inflitte ad altre squadre. Era esattamente questa, del resto, l’ipotesi prevista dai tre saggi nel caso di ‘assegnazione conseguente ad altrui penalizzazioni operanti sulla classifica’.

Si trattò, dunque, di atto vincolato e non discrezionale: in pratica, esso fu determinato dalle leggi e non da una decisione ed, infatti, non assunse neppure la forma di provvedimento. Il comunicato stampa con cui il Commissario Rossi annunciò il 26 luglio 2006 l’assegnazione del titolo all’Inter aveva esattamente la natura di… una comunicazione mediatica! Punto e basta.
Nessun provvedimento è mai stato assunto a riguardo dalla Figc. Ecco perché Rossi insiste, ancor oggi, nel dire di non aver assegnato niente di sua iniziativa e che fu Moggi, invece, a farlo: quale conseguenza, cioè, della riformulazione classificatoria derivante dalle inflitte sanzioni, a seguito delle condotte illecite del suddetto e dei suoi compartecipi.

In base ad un siffatto inquadramento giuridico della questione, è arduo, pertanto, sostenere, adesso, la possibilità di revoca di quell’assegnazione: posto che essa non derivò da una decisione, frutto di scelte di opportunità, non ci sono, allora, gli estremi per avallarne la rivisitazione sulla base di nuovi elementi o di diverse valutazioni.
Perché non vi fu decisione nel senso di ‘scelta di opportunità’, né furono, quindi, dei presupposti di fatto a determinare l’atto, bensì le regole vigenti, cioè la normazione federale.

Dunque, parlare oggi di’ ri-valutazioni’ di opportunità in forza di asseriti principi etici appare giuridicamente una forzatura abnorme (nel senso tecnico di ‘non riconosciuta dall’ordinamento’), perché il punto della questione non attiene ad un piano discrezionale circa le scelte di opportunità a suo tempo maturate.
Si dovrebbe quindi sostenere… l’illegittimità delle regole NOIF. Cioè, l’illegittimità della norma che recita: ‘la squadra prima classificata della serie A è proclamata vincente del Campionato ed acquisisce il titolo di Campione d’Italia’!
Auguri…

Altra questione: far passare la revoca dello scudetto 2006 attraverso l’irrogazione sanzionatoria a carico dell’Inter è praticamente impossibile, avuto riguardo alla sbarramento procedurale dell’intervenuta prescrizione ed al principio di responsabilità, quale presupposto indefettibile per l’irrogazione afflittiva. Lo specifica l’art. 13 del Codice di Giustizia Sportiva (oggi art. 18): le società sanzionande sono quelle ritenute ‘responsabili’ e l’accertamento di responsabilità passa imprescindibilmente attraverso l’incolpazione, il deferimento, la difesa nel contraddittorio. Sono principi-cardine del sistema giuridico, non possono essere disattesi neppure in un ambito eccentrico come quello sportivo.
Inoltre, la medesima norma richiama anche il principio di proporzionalità ed adeguatezza della pena, indicando un’escursione edittale che va dall’ammonizione all’esclusione dalla partecipazione alle manifestazioni.

Chi dice che la sanzione in ipotesi più consona, avuto riguardo alla natura e gravità dei fatti (in ordine ai quali sussiste comunque l’improcedibilità) sarebbe, allora, l’irrogazione massimamente afflittiva della revoca dello scudetto?

Senza considerare poi che, sempre in ordine ai detti fatti improcedibili, si registra uno sfasamento temporale che rende improponibile la questione in termini giuridici, in virtù del vincolo di ‘necessaria pertinenza’ fra addebito e sanzione: si tratterebbe, infatti, di situazioni comunque verificatesi in relazione al campionato 2004-05 per il quale, non a caso, fu presa la decisione (qui è consono esprimersi così, perché si trattò esattamente di ‘scelta’) della non-assegnazione.

Non è contemplata dall’ordinamento la possibilità, una volta riconosciuto l’addebito, di comminare la sanzione in relazione ad altro campionato, uno a caso (ma guarda un po’…) che sia cronologicamente inconferente rispetto ai fatti contestati (parliamo di situazioni del 2004-05 e di campionato del 2005-2006): ciò significherebbe soltanto assecondare la volontà di pressione ideologica da più parti manifestata, a livello mediatico e non.
Così stabilendo, però, un precedente giuridico non solo abnorme -e quindi oppugnabile in sede giurisdizionale-, ma oltremodo pericoloso, perché a livello di sistema comporterebbe un deflagrante effetto-domino, dando la stura a istanze revisioniste a catena, in relazione ad altri titoli assegnati a squadre rimaste coinvolte in vicende giudiziarie (Juve, tanto per non far nomi), per le quali la vicenda sportiva e disciplinare è stata archiviata, anche lì, per intervenuta prescrizione.

Siamo sicuri che è Agnelli non abbia fatto un clamoroso auto-goal nell’intraprendere a furor di popolo un’azione destituita di fondamento giuridico, per la quale la Juve non aveva neppure legittimazione ad agire?
In fondo, il senso di assoluta appartenenza che radica fortissimamente nell’universo Inter la titolarità dello scudetto n. 14 trova fondamento, anche e soprattutto, negli abusi e prevaricazioni patiti negli anni bui, precedenti allo scoperchiamento del vaso di Pandora: quegli scudetti 1998, 2002 lo stesso Moratti li ha sempre rivendicati.

Ché la Juve, allora, paghi davvero tutto il fio delle proprie colpe… andiamo a riaprirlo, il vaso di Pandora, avanti…"
Avv. Elena Nittoli

Il mio commento: Palazzi non lo scopriamo certo adesso visto il suo comportamento tutto fu meno che ostile al Milan. E d'altronde sta li dai tempi dei tempi quando Galliani era presidente della Lega, Carraro della Federcalcio, etc... etc...
Quello che forse sorprende sono certe "argomentazioni" sul inesistenti comportamenti illeciti che non fanno altro che mettere in ridicolo la sua figura. Dice bene l'avvocato Nittoli. Se una decisione politica porterà via lo scudetto all'Inter ben farà la società di via Durini ad adire le vie legali per far valere i propri diritti.

venerdì 1 luglio 2011

Revocate lo scudetto del 2004!

di: ALBERTO DI VITA per Fabbrica Inter.
Il Procuratore federale,esaminati gli atti dell’indagine inerente alle trascrizioni delle conversazioni telefoniche depositate presso il Tribunale di Napoli nel noto processo penale in corso di svolgimento ed espletata la conseguente attività istruttoria in sede disciplinare, ha disposto l’archiviazione del procedimento, non essendo emerse dalle risultanze istruttorie e dai contatti telefonici in atti fattispecie di rilievo disciplinare procedibili, non coperte da giudicato ovvero non prescritte ai sensi dell’art. 18 del C.G.S. vigente all’epoca dei fatti. Pertanto, con provvedimento a parte, è stata disposta l’archiviazione degli atti:
[...]
12. nei confronti dell’allora socio di riferimento dell’Internazionale sig. Massimo Moratti e della società Internazionale:
perché non sono emerse fattispecie di rilievo disciplinare non prescritte ai sensi dell’art. 18 C.G.S., vigente all’epoca dei fatti.
13. nei confronti dell’allora presidente dell’Internazionale (deceduto l’anno 2006) sig. GiacintoFacchetti e della società Internazionale: perché non sono emerse fattispecie di rilievo disciplinare procedibili ovvero non prescritte ai sensi dell’art. 18 C.G.S., vigente all’epoca dei fatti.

Ci può essere un po’ di confusione nella lettura del testo, però di fatto Palazzi afferma chenon ci sono fatti di rilevanza disciplinare procedibili, che non siano passati in giudicato o che non siano caduti in prescrizione. Quel che, cioè, era sfuggito alla precedente sentenza e che non è andato prescritto non dà motivo di procedere con il deferimento. Formula che, essendo avvocatese, lascia ampio margine a tutti quanti per un’interpretazione positiva della propria istanza. Lasciando tutti più o meno arrabbiati.
Non ci sono violazioni, insomma, dall’incartamento che viene da Napoli. E adesso è tutto nelle mani del Consiglio Federale, che potrebbe decidere di revocarlo per ragioni politiche e non disciplinari, perché sentirebbe necessario dover certificare uno scudetto anche alla luce di comportamenti eticamente ineccepibili.
Di fatto si apre un interessante spazio normativo, in cui un Organo Federale può stabilire che uno titolo possa essere revocato, così come avviene nell’atletica per esempio, anche a distanza di molto tempo, laddove fossero riscontrate violazioni e reati, o anche perché, secondo la nostra amica Gazzetta, si possa essere non proprio integerrimi eticamente.

A questo punto, l’eventuale revoca diventerebbe persino divertente.
Perché il passo successivo sarebbe semplice: accertata la condotta di Moggi & Co., passata in giudicato la sentenza, revocati gli scudetti 2005 e 2006, e alla luce di quello che, seguendo tutti la rosea, i giornali chiamano ormai “principio di assoluta trasparenza etica” (di cui non si riesce a trovare menzione in nessuna carta ufficiale della FIGC), l’Inter dovrebbe chiedere immediatamente la revisione di tutti i titoli almeno dal 1994 in poi, dall’inizio dell’epoca Moggi-Juventus. Perché risulta evidente, sempre dalla sentenza passata in giudicato, che l’opera continuativa nel tempo non può essere nata nel 2005, dove già i rapporti erano saldi e confidenziali (come detto dalla sentenza stessa). Perché non ci può essere dubbio sull’etica di quegli anni. Moggi, Giraudo, Meani, Galliani… è già tutto sentenziato.
Rivediamo tutto, in base a questo nuovo e luminoso “principio di assoluta trasparenza etica“. Perché se per Abete “l’etica non cade in prescrizione”, non si capisce per quale principio debba valere per uno scudetto del 2006 e non uno del 1998 o del 2002.
Revocateci questo.

IL MIO COMMENTO: Revocate pure gli scudetti del 2004 e quello del 2011. E pure le Champions, visto che ci siamo.




Le chiacchiere stanno a zero.

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