giovedì 14 ottobre 2010

Eroi dimenticati: l'avventura della Coppa Federale del 1916

In risposta alle vergognose e infondate accuse, non tanto all'Inter (e già andrebbe male) ma a quegli interisti che nel 1921 hanno avuto l'unica colpa di arrivare ultimi in un campionato non ufficiale, che non prevedeva retrocessioni e che oggi , morti ormai da tempo non possono rispondere a queste infamie, riporto una pagina gloriosa del Milan, degli stessi mitici, pioneristici anni. Quando la rivalità tra le squadre era sportiva, leale ed era solo rivalità, non odio. Un epoca in cui il Milan già non vinceva più molto dopo anni invece di vacche grasse (3 scudetti in 7 anni), proprio come oggi, ma che al contrario di oggi aveva una dignità, data dall'onestà, dal rigore e dalla passione dei milanisti VERI di allora.

Da Rossonerisiamonoi.


La Federazione sospende il campionato per la guerra e lo rimpiazza con la Coppa Federale. Vince il Milan, trascinato dai 10 gol in 9 partite del rientrante Cevenini. Che diventa eroe nel derby dell''ex'...
Sospeso il campionato per la guerra, la Federazione lo sostituisce con la Coppa Federale. Ci sono tutte le big del Nord, eccezion fatta per la Pro Vercelli, e il Milan si mette in mostra vincendo il trofeo. Se da un lato fa effetto l'assenza di Van Hege, richiamato alle armi come molti compagni (solo 2 gare a fine torneo per il belga, senza gol), dall'altro colpisce il clamoroso ritorno dall'Inter del “traditore" Cevenini. Ed è un ritorno fragoroso anche in termini di risultati, visto che il bomber trascina la squadra con 10 reti in 9 partite. Marco Sala è il capitano di un Milan che da anni non vinceva un torneo ufficiale.
SUPERDERBY. Derby di fuoco al primo turno. Aldo Cevenini ridebutta in rossonero, accolto tra i mugugni dei tifosi nerazzurri e anche di quelli rossoneri, che non gli hanno ancora perdonato il tradimento. Ci metteranno poco: Cevenini realizza una doppietta, Avanzini archivia un grande 3-0. Cevenini trafigge anche l’US Milanese (raddoppia Ferrario), ed è già ora del ritorno della stracittadina: ancora lui, ancora Cevenini, ancora doppietta e cuori nerazzurri demoliti. E' lui l'uomo derby. Il girone lombardo si conclude con uno scoppiettante 3-2 in casa dell'US Milanese, segnato dalla doppietta di Ferrario e dalla rete, decisiva, ancora di Cevenini. Milan che si qualifica con 8 punti, a più 6 su Inter e USM. Il girone finale nasce con lo 0-0 di Modena e prosegue con un 3-1 esaltante sulla Juve, orchestrato ancora dalla doppietta di un grande Cevenini. Il Casale si ritira per problemi finanziari e i rossoneri vincono le due sfide a tavolino; ancora Cevenini (e la sorpresa Avanzini, attaccante che sembrava destinato a fare la riserva ma si ritaglia spazi notevoli) affossa il Modena (2-0), ma poi il Milan crolla con la Juve e col Genoa: un periodo di crisi che non intacca la marcia della squadra di capitan Sala, che alza la Coppa Federale nella sfida col Genoa, battuto per 3-1: apre Morandi, pareggia da rigore l'ex stella rossonera De Vecchi; Cevenini riporta il Milan in vantaggio dal dischetto e al '90 archivia il trionfo.
CEVENINI BOMBER. Capitano e leader difensivo, Sala è la bandiera del Milan e il campione più rappresentativo dopo Cevenini. In coppia con l'ottimo Pizzi compone un perfetto muro difensivo (10 gare a testa) a protezione di Barbieri; il portiere, dopo tanti anni da titolare, viene alternato a Gambuti. A centrocampo si mette in mostra Cazzaniga da Giussano, un buon mediano che ha esordito l'anno prima e fino al 1920 giocherà con una certa frequenza. Scarioni, richiamato temporaneamente alla armi, è rimpiazzato da vari elementi che non sanno imporsi con continuità; anche Lovati è assente in stagione, e titolare diventa il bravo Soldera (9 gare). In attacco la sorpresa è Avanzini, ex riserva di basso profilo che però si ritaglia 9 gare condite da 4 gol. Artefice del successo è il cavallo di ritorno Aldo Cevenini: l'ex rossonerazzurro segna la bellezza di 10 gol in 9 gare brillando per potenza e tecnica realizzativa. Splendida la doppietta con cui griffa la finale e ipoteca il trofeo contro il Genoa. Il solito Ferrario non manca di timbrare il cartellino (3 reti, 8 partite), mentre Morandi corre e smista palloni con la solita esperienza (10/1). In rosa giocano qualche match pure Bozzi, Cevenini III, Crespi, Gandolfi, Greppi (discreto centrocampista negli anni della guerra), Guarnieri, Mazzoni, Enio Moroni, Rainieri, Zacchi (un attaccante di livello non altissimo, comunque autore di 8 gol nelle sue stagioni al Milan) e Van Hege, che dopo le 2 gare iniziali senza reti torna in Patria chiamato alle armi.



Le eliminatorie riscossero un grande successo di pubblico, con numerosi derby assai accesi e sentiti. Grande attesa vi era dunque per il girone finale, in programma fra febbraio ed aprile. Subito si ebbe tuttavia il problema del Casale che, per gravissimi problemi finanziari, dovette ritirarsi dopo una sola gara in cui aveva perso contro la Juve. Il raggruppamento fu estremamente equilibrato, e solo all'ultima giornata il Milan riuscì ad aggiudicarsi l'ambita coppa, battendo in casa i Grifoni "virtuali" Campioni d'Italia in carica. Determinante per il successo rossonero fu il figliol prodigo Aldo Cevenini, mentre il super bomber Louis Van Hege dovette lasciare a metà stagione, richiamato al fronte in Belgio.
Questa vittoria fu il canto del cigno per la società rossonera, che uscirà totalmente ridimensionata dal conflitto, iniziando un lunghissimo periodo buio che si concluderà solo al termine di una nuova guerra, nel 1945. Per quanto riguarda la Federazione, l'aggravarsi delle funeste notizie dal fronte, sconsigliarono di ripresentare la manifestazione l'annata successiva. I Comitati Regionali misero in piedi vari tornei locali, sempre più raccogliticci, addirittura a porte chiuse dopo la rotta di Caporetto. Solo nel 1919, con la vittoria, ritornerà il calcio a livello nazionale.

Una formazione rossonera del 1915: in piedi Sala, Barbieri, Pizzi; inginocchiati Scarioni, Soldera, Lovati; a terra Morandi, Ferrario, Brevedan, Van Hege, Bozzi.

Nei decenni a seguire questa coppa, pur essendo tradizionalmente riportata con una voce specifica negli albi d'oro del campionato, non venne mai considerata assimilabile ad un vero scudetto, anche dopo il verificarsi di un caso assolutamente speculare, quello del campionato dell'Alta Italia del 1944. Il dibattito si riaccese agli inizi degli anni Settanta, allorché la società di via Turati, a quota nove scudetti, incappò in una serie di brucianti secondi posti in campionato, conditi da aspre polemiche. Giornalisti vicini ai rossoneri cominciarono a chiedere di riconsiderare il valore di quella coppa, se non equiparandola ad uno scudetto, per lo meno assegnando in anticipo ai milanesi la stella d'oro al merito sportivo.
L'iniziativa tuttavia, già portata avanti con poca convinzione dai suoi stessi ideatori, non fu mai presa in considerazione dalla FIGC. L'esito negativo di un analogo, più convinto tentativo da parte dello Spezia nel2002 di vedersi assegnato lo scudetto del 1944 dalla Federazione chiude definitivamente le porte ad una postuma rivalutazione dei due tornei bellici.

2 commenti:

Danilo Zulli ha detto...

Essendo un appassionato di statistiche, naturalmente questa coppa non mi era sfuggita.

Ogni tanto, come fa sertac nell'altro blog, un tuffo nel passato non fa male, anzi il Milan c'era prima di SB e continuerà ad esserci anche dopo!

Anonimo ha detto...

infatti. ma andrebbe fatto senza dover denigrare, peraltro ingiustamente, gli avversari.

RDV

LinkWithin

Related Posts with Thumbnails