CALCIOPOLI
''Il nome di Collina lo fece
Bergamo, non Facchetti''
E' quanto emerge da una integrazione della perizia fonica depositata da Roberto Porto, il perito incaricato di esaminare e trascrivere le intercettazioni indicate dalla difesa di Moggi. Il nome dell'ex arbitro non lo fa il presidente dell'Inter ma il designatore. Intanto Rosetti racconta della telefonata di Bergamo nell'intervallo di Lazio-Fiorentina. In aula anche Nesta e Ledesma
di DARIO DEL PORTONAPOLI - Non fu Giacinto Facchetti a pronunciare per primo il nome Collina durante la conversazione telefonica del 26 novembre 2004 con l'allora designatore arbitrale Paolo Bergamo in cui si faceva riferimento a una griglia arbitrale per una partita del campionato. E' quanto emerge da una integrazione della perizia fonica depositata oggi al processo di Calciopoli in corso a Napoli da Roberto Porto, il perito incaricato di esaminare e trascrivere le intercettazioni indicate dalla difesa di Luciano Moggi. Si tratta di quella che la difesa di Moggi aveva definito "la madre di tutte le intercettazioni", sostenendo che la frase "metti dentro Collina" era da attribuire all'ex presidente dell'Inter Facchetti. Il perito, a quanto si è appreso, ha invece accertato che il nome dell'arbitro è pronunciato per la prima volta dall'interlocutore, ovvero dal designatore Bergamo.
LA GIORNATA - Il processo Calciopoli è ripreso oggi con un'udienza dedicata all'esame di altri testimoni della difesa. Si è visto la difesa dell'ex arbitro Massimo De Santis attaccare il colonnello Attilio Auricchio, Luciano Moggi rispondere, a distanza di sette giorni, a Franco Baldini. E poi Nesta che strappa una battuta al presidente del collegio, Teresa Casoria: "Allora è vero che i calciatori sono bravi solo a calciare". E l'ex arbitro Roberto Rosetti che ricorda quel clamoroso fallo di mano in area non visto durante un Lazio-Fiorentina del maggio 2005.
Rosetti, ex arbitro internazionale, che ha rappresentato l'Italia agli ultimi due Mondiali e ora è designatore per la B, era stato citato dagli avvocati Luigi Sena e Matteo Bonatti, legali dell'ex designatore Pierluigi Pairetto. "Non vidi il fallo di mano, mi sembrò un colpo di testa. La verità è che esiste una grande differenza fra ciò che si vede in campo e quello che appare dalla televisione", ha affermato Rosetti ricordando l'eclatante tocco di mani di Zauri durante quel Lazio-Fiorentina. Quindi ha aggiunto che, nell'intervallo di quella gara, arrivò sul cellulare del quarto uomo ("perché io in 27 anni non ho mai acceso il telefonino durante l'intero arco di una gara") una telefonata dell'altro designatore dell'epoca, Paolo Bergamo, che lo redarguì pesantemente per l'errore: "Mi disse: come hai fatto a non vederlo? Io però pensai solo a finire bene la partita". Rosetti ha escluso di aver ricevuto "pressioni di alcun tipo" ad opera dei due designatori. Brevissima la deposizione di Alessandro Nesta, che ha detto di non ricordare gli episodi dei due rigori contestati dalla Fiorentina nella gara contro il Milan del 30 aprile 2005 né di essere diffidato prima di quella partita né polemiche particolari durante la successiva gara Milan-Juve.
A conclusione dell'udienza, l'avvocato Paolo Gallinelli, legale di De Santis, ha chiesto al Tribunale la trasmissione degli atti al pubblico ministero "per valutare l'eventuale falsità delle dichiarazioni del colonnello Auricchio (l'ufficiale di polizia giudiziaria che ha condotto le indagini coordinate dalla Procura di Napoli n.d.r.) rispetto a una circostanza ben precisa. Auricchio ha sostenuto - ha aggiunto il penalista - di un presunto "sdoganamento" di De Santis dall'associazione per delinquere, la cui esistenza peraltro noi contestiamo, perché ad aprile 2005 aveva avuto notizia delle indagini. In realtà risulta documentalmente che De Santis aveva appreso dell'inchiesta molto più tardi, con un avviso di proroga che il 9 maggio era ancora negli uffici della Procura e gli sarebbe stato notificato solo a giugno". Il Tribunale si è riservato la decisione al termine del processo. I pm Giuseppe Narducci e Stefano Capuano non hanno replicato. In ambienti investigativi però la sortita della difesa non sembra aver destato particolari preoccupazioni.
Ha poi preso la parola Luciano Moggi per una breve dichiarazione spontanea preceduta da un rimbrotto del presidente Casoria ("Oggi la faccio parlare, ma le valutazioni dovrà farle il suo difensore nelle arringhe conclusive"). Moggi ha replicato all'ex dg della Roma Franco Baldini, sentito come teste durante la precedente udienza: "Fu allontanato dalla Roma non per ciò che avevano fatto altri ma per ciò che aveva fatto lui". (da Repubblica, 12 ottobre 2010)
4 commenti:
Giustizia è fatta. W Giacinto
Aj
Forse volevi dire W TELECOM e Tronchetti!!!!! Dai non negare l'evidenza......CAMPIONI GRAZIE ALLE INTERCETTAZIONI!!!!!
HSL
quale evidenza, rosicone?
RDV
Chiedi al "buon" TAVAROLI e poi ne parliamo.....
HSL
P.S. Qui l'unico che rosica sei tu.....
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