IL FURBO DELLA P2
Il signor Silvio Berlusconi incominciò a strumentalizzare il calcio a scopi di potere (affari e politica) nell'autunno del 1980,cioè sei anni prima di mettere le mani sul Milan.E cominciò con i metodi suoi che diventeranno famosi,quelli nello stile della massoneria segreta P2 di cui faceva parte:manovre,corruzione e propaganda.
Quello che il futuro padrone del Milan combinò nell'autunno del 1980 intorno al calcio lo ha raccontato un libro coraggioso,che però è stato sotterrato da quintali di censura e pochi lo hanno letto (Il libro è del giornalista Mario Guarino si intitola Fratello P2 1816.L'epopea piduista di Silvio Berlusconi,e lo ha pubblicato la Kaos edizioni nel 2001.Il capitolo "calcistico" è quello intitolato "Il Mundialito della P2>> (pagg. 113-29).Nessuna querela,e nessuna smentita:solo silenzio e censura da parte di giornali e tv,la solita disinformazione nell'interesse del potere.
Allora riporto qui quelle pagine censurate,dove si racconta del torneo internazionale Mundialito giocato in Uruguay tra il dicembre 1980 e il gennaio 1981.Un torneo calcistico benedetto dalla P2 e strumentalizzato dal piduista Berlusconi,una storiaccia che anche i tifosi pallonari di oggi devono conoscere.Per capirla bene bisogna però tenere a mente due fatti.
Il primo è che il signor Berlusconi in quel momento,autunno 1980,era un pirata dell'etere perchè,violando la legge e le sentenze della Corte costituzionale che obbligavano le tv private a trasmettere a livello locale,con Canale 5 occupava l'etere pubblico e trasmetteva in tutta Italia usando il trucco delle cassette (Il divieto della Corte costituzionale per le trasmissioni nazionali era transitorio,e aveva lo scopo di impedire che si creassero situazioni monopolistiche,dato che il parlamento doveva preparare la legge che regolamentava l'emittenza privata. Il trucco delle cassette era una furbata da magliari:le varie emittenti regionali della Fininvest ricevevano i programmi e la pubblicità in cassette pre-registrate,che trasmettevano con pochi minuti di differenza).
Il secondo fatto è che poteva violare la legge senza che nessuno intervenisse perchè era protetto dai partiti di governo (in particolare dal Psi di Craxi), e perchè faceva parte della massoneria segreta P2. In più,quella era l'Italia di Tangentopoli, e il signor Berlusconi in quell'Italia ci stava come un topo nel formaggio.
Ecco la vicenda del Mundialito,raccontata dal libro di Guarino.
(Pagine 12-13)
Montevideo,autunno 1980.La giunta militare,al potere in Uruguay dopo il colpo di Stato del 1973,si apprestava ad affrontare due importanti scadenze.Un referendum costituzionale,fissato per il 30 novembre;e lo svolgimento,a Montevideo (30 dicembre-10 gennaio 1981),di un torneo calcistico fra nazionali che avevano vinto,a partire dal 1930,la Coppa del mondo di calcio.Nelle intenzioni della giunta,il referendum avrebbe dovuto tradursi in un plesbicito tale da legittimare la feroce dittatura militare (circa settemila prigionieri politici su meno di 3 milioni di abitanti,con i partiti e le organizzazioni sindacali messi fuorilegge).Il successivo torneo calcistico-grande evento sportivo battezzato "Mundialito"-avrebbe invece dovuto "rilanciare l'immagine"del paese latinoamericano e del suo governo golpista sulla scena internazionale,rompendone l'isolamento politico.
Al Mundialito uruguaiano avevano dato a loro adesione le nazionali calcistiche di Argentina,Brasile,Germania,Italia e Olanda (quest'ultima in sostituzione dell'Inghilterra,
che pur avendo vinto la Coppa Rimet non aveva voluto partecipare al torneo propagandistico inventato dalla giunta golpista di Montevideo).
Nell'Uruguay oppresso dalla dittatura militare il capo della P2 Licio Gelli era di casa.Il Venerabile aveva la residenza ufficiale a Montevideo,nella zona di Carrasco,in Calle Jean Manuel Ferrari numero 1325: una maestosa villa (abitata anche da suo figlio Maurizio con moglie e prole)che gli era stata assegnata mediante un apposito decreto ministeriale emanato dal governo golpista,e nella quale custodiva l'archivio della Loggia segreta attiva sopratutto in Italia.In Uruguay il capo della Loggia P2 possedeva decine di appartamenti e un'azienda agraria,ed era un importante azionista del Banco Finanziario Sudamericano.Nella capitale uruguaiana circolava la voce che Gelli non fosse estraneo all'organizzazione del torneo calcistico-propagandistico.
(pagine 13-14)
L'aspetto portante dell'operazione-Mundialito,in ragione dei suoi manifesti intenti politico-propagandistici,consisteva nella teletrasmissione delle varie partite del torneo in Europa.La Federazione calcistica uruguaiana aveva affidato la proprietà dei diritti televisivi alla società Strasad,domiciliata nel paradiso fiscale di Panama e ufficialmente rappresentata dal commerciante greco-uruguaiano Angelo Vulgaris (titolare di un'azienda di import-export di carne e bestiame).
Nei mesi di settembre-ottobre del 1980 i giornali italiani cominciarono a scrivere del Mundialito presentandolo come l'evento sportivo dell'anno,anzi del decennio: un "super-mondiale" calcistico al massimo livello quale s'era visto.
In prima fila nel suonare la grancassa del "mondiale dei Mondiali" c'erano il più importante quotidiano italiano, il "Corriere della sera", e il più importante quotidiano italiano,il "Corriere della sera", e il più diffuso quotidiano sportivo ,"La Gazzetta dello Sport",entrambi editi della Rizzoli controllata dalla P2 (tessera 1816).
Dopo un preventivo e riservato viaggio a Montevideo di alcuni emissari berlusconiani,il 20 novembre 1980 a Ginevra la Strasad di Vulgaris cedette i diritti televisivi del Mundialito per l'Italia e per altri Paesi europei (Germania,Austria,Olanda,
Svizzera,Grecia,Portogallo,Danimarca,Norvegia,Svezia) alla società Rete Italia della berlusconiana Fininvest.Il prezzo ufficiale della transizione svizzera-900 mila dollari,circa un miliardo di lire dell'epoca,per 7 partite di calcio-era assolutamente oneroso.E il merito dell'accordo risultava stupefacente,dato che Berlusconi disponeva di una tv privata locale,Telemilano-Canale 5, illegalmente articolata in forma di network (emittenti regionali coordinate da Milano), che non poteva trasmettere nè in diretta nè in ambito nazionale,nè ovviamente poteva disporre del satellite intercontinentale necessario alla teletrasmissione da Montevideo.
La prima notizia dello stranissimo accordo svizzero fra la Strasad domiciliata a Panama e l'affarista milanese,nei termini in cui venne divulgato,provocò sconcerto e polemiche.
<>,dichiarò Vulgaris a "Il Giornale",poi precisò :<>.
(pagine 15-16)
La Rai smentì la versioe dei fatti sostenuta dal commerciante uruguaiano,parlò di <> e denunciò l'onerosità dell'affare.<>,dichiarò il consigliere della Rai Luca Pavolini.
Fu "Il Giornale",nell'edizione del 1 dicembre 1980, a ufficializzare l'evento e a scatenare l'offensiva mediatica.
A tutta pagina,sotto il titolo cubitale <>,il quotidiano controllato dall'affarista piduista 1816 scriveva: <>.Quindi il quotidiano berlusconiano in tutta Itala:la rete tv di Canale 5 raggiunge già oggi un terretorio dove risiedono più di trentatre milioni di telespettatori,ma è in progetto un'ulteriore estensione dei collegamenti per consentire a tutti gli italiani di assistere alle partite del Mundialito>>.
Nella stessa pagina,sotto il titolo <>,il quotidiano berlusconiano scriveva ancora: <>.L'articolo,che attaccava frontalmente il monopolio della Rai,era firmato Giuseppe Prisco,consigliere di amministrazione sia del piduista Banco Ambrosiano,sia della Rizzoli Editore controllata dalla P2.
Benchè all'apparenza incomprensibili,gli intenti di Berlusconi erano precisi:assicuratosi i diritti esclusivi di teletrasmissione del Mundialito, e amplificando attraverso i mass media controllati dalla P2 l'attesa e la portata del torneo calcistico internazionale presso i molti milioni di sportivi italiani,l'affarista piduista intendeva arrivare a rompere il monopolio Rai.Infatti dichiarò:<>.
(pagine 16-17)
La Rai replicò:<>.Secondo la tv di Stato la vicenda era comunque chiara: <>.Nel suo comunicato,la Rai rilevava inoltre come Berlusconi avesse pagato in Svizzera alla società panamense Strasad una somma che l'ente di Stato definiva <>,e questo benchè Canale 5 non avesse <>.
La manovra entrò nel vivo ai primi di dicembre,quando Canale 5 annunciò di avere inoltrato la richiesta ufficiale alla Rai di poter disporre del satellite per la teletrasmissione dele partite da Montevideo.Il ministro delle Poste,il socialdemocratico Michele Di Giesi,espresse verbalmente un immediato rifiuto:<<>), fingendo di ignorare che l'etere pubblico è una risorsa limitata.
Ma il "fratello" 1816 ostentava una sicurezza tanto granitica quanto strana:<>,dichiarò alla "Gazzetta dello Sport" il 4 dicembre.Tanta sicurezza era forse risposta nel fatto che il segretario e il vicesegretario e il vicesegretario del Psdi (il partito del ministro Di Giesi),Pietro Longo e Renato Massari,erano "fratelli" piduisti (tessere 2223 e 2172),e nel fatto di poter contare sugli altri "fratelli" infiltrati nei partiti,nel governo, e nella stessa tv di Stato.
In Italia la vicenda del Mundialito-gonfiata dai giornali piduisti attraverso una martellante campagna-cominciò ad assumere i contorni di un vero e proprio affare di Stato, con aspetti sempre più marcatamente politici e un crescendo di polemiche roventi.Il giornalisti Rai Gianni Minà,dagli schermi della tv di Stato,adombrò l'opportunità che la Guardia di finanza indagasse sull'accordo svizzero Berlusconi-Vulgaris;ma il ministro delle Finanze era il socialista Franco Reviglio, e il comandante generale della Guardia di finanza,il generale Orazio Giannini,era anche lui affiliato alla P2 (tessera 2116).
(pagine 17-18-19)
Il più importante quotidiano italiano,il "Corriere della Sera",controllato dal banchiere piduista Robarto Calvi (tessera num 1624) e diretto dal piduista Franco Di Bella (tessera 1887), era in prima fila nel sostenere la trama politico-affaristica italo-uruguaiana che vedeva impegnato il "fratello" Berlusconi, e dedicava intere pagine all'evento-Mundialito,dall'altro aizzava la pubblica opinione contro la tv di Stato e contro il governo.
Gli attacchi del "Corriere" si susseguivano concentrici:contro la Rai-tv,contro la stessa Federazione italiana gioco calcio,accusata di "freddezza": <>.
Poi il quotidiano piduista di via Solferino riportava con risalto l'opinione dell'ex presidente della Corte costituzionale e ex presidente della Rai Aldo Sandulli,il quale dichiarava: <>. A Sandulli-che era il legale dell'editore del "Corriere della sera",il piduista Angelo Rizzoli (fascicolo num 0532)-replicò il consigliere Dc della Rai Nicolò Lipari: <>.
Alla domnada del perchè Canale 5 avesse comprato i diritti televisivi del Mundialito pur sapendo che non avrebbe potuto utilizzarli,Berlusconi rispose: <>. E dopo avere definito il "no" del ministro delle Poste all'utilizzo del satellite Rai <>,il piduista di Canale 5 ribadì le sue enigmatiche certezze: <>. Il "fratello" 1816 sapeva bene che il lavorìo occulto della Loggia segreta era in corso.
(pagine 19-20)
Verso la metà di dicembre,quando mancavano ormai due settimane all'inizio del torneo,la vicenda Mundialito sembrava arenata in un vicolo cieco.Se la situazione non avesse trovato un rapido sbocco,la giunta golpista al potere in Uruguay rischiava di veder vanificata la sua operazione propagandistica verso l'Europa:una operazione ancora più indispensabile e urgente, dopo che il referendum plesbiscitario del 30 novembre si era risolto in una chiara sconfitta della dittatura.
In Italia la campagna dei media piduisti crebbe di intensità,stringendo d'assedio la tv di Stato e la classe politica,e sobillando la pubblica opinione.Il più diffuso settimanale italiano "Sorrisi e Canzoni Tv" (controllato dalla Rizzoli piduista),arrivò a dedicare all'eveto-Mundialito un servizio lungo ben dieci pagine, con tanto di foto berlusconiana e dichiarazione del piduista 1816: <>.
Sull'onda delle pressioni mediatiche qualcosa cominciò a muoversi.Circolò voce di nuovi contatti tra la Federazione calcistica uruguaiana,l'Eurovisione,la Rai-tv, e il piduista milanese detentore dei diritti di teletrasmissione.L'intricata vicenda si era ormai trasformata in un formidabile battage pubblicitario:non solo per il torneo calcistico,ma anche e sopratutto per l'illegale network Canale 5 e per il suo rappresentante Silvio Berlusconi.I giornali controllati dalla P2 presentante Silvio Berlusconi.I giornali controllati dalla P2 facevano da megafono al "fratello" 1816,che veniva ritratto come Davide contro Golia,un eroico imprenditore privato in lotta solitaria contro la gigantesca tv di Stato per permettere a milioni di italiani di assistere al "Supermondiale"calcistico che la Rai voleva invece negare ai teleutenti.Il "privato" buono e gratis, contro il "pubblico" brutto,cattivo e a pagamento (il canone).
Il "Corriere della sera" diretto dal piduista Di Bella arrivò a scrivere: <>.
I giornali italiani controllati dalla P2 alternavano pressioni,minacce e lusinghe rivolte al ministro delle Poste;sobillavano i milioni di sportivi italiani contro la Rai-tv;alimentavano l'attesa per il torneo calcistico fino a renderla febbrile.
Ma avevano sempre la massima cura di nascondere la realtà socio-politica della dittuatura uruguaiana.
Fu il Psi craxiano a rompere gli indugi uscendo allo scoperto.Il quotidiano del partito "Avanti" invitò perentoriamente la Rai a trovare un accordo con Canale 5 accampando la seguente motivazione:<< Il cittadino si domanda perchè questo accordo non avvenga ,anche alla luce del canone piuttosto salato che lo stesso cittadino fa pervenire nelle casse della Rai-tv>>. Quella dei craxiani era una sortita "mirata":infatti Berlusconi intendeva anche costringere la Rai a sborsare il costo degli onorosissimi diritti esteri comprati da Rete Italia ma inutilizzabili a causa del perdurante veto dell'Eurovisione.Evocando <>anche il presidente del Coni,il craxiano Franco Carraro, sollecitò la Rai a raggiungere un accordo con Canale 5 che garantisse la trasmissione del Mundialito in Italia e in Europa.
In Olanda,intanto,sit-in e campagne di stampa contestavano la partecipazione della Nazionale dei tulipani all'imminente torneo organizzato dalla dittatura uruguaiana.Lo stesso ministro degli Esteri olandese,su inchiesta del Parlamento, invitò la Federazione calcistica a riconsiderare l'autonoma decisione di prendere parte al Mundialito nell'Uruguay insanguinato dal militari golpisti.
In Italia,quarantuno calciatori di serie A sottoscrissero una pubblica denuncia contro la dittatura uruguaiana.Ma il "Corriere della sera" censurò la denuncia, e sotto il titolo <> l'8 dicembre informò i lettori che <>. L'articolo si dilungava in una dettagliata descrizione geografico-turistico-gastronomica dell'Uruguay senza fare il minimo accenno alla dittatura militare che da anni insanguinava e opprimeva il Paese.Neppure dove il più diffuso quotidiano italiano invitava il lettore a visitare <>.
Del resto il venerabile Gelli aveva molto a cuore i destini dell'Uruguay.La faraonica villa di Montevideo concessagli dalla giunta militare,dove era custodito l'archivio della Loggia segreta,era la base operativa dei traffici affaristici del capo della P2 in Sudamerica (aveva interessi finanziari e possedimenti anche in Brasile,Argentina e Paraguay).Gelli vi si recava spesso,imbarcandosi a Roma con un passaporto diplomatico argentino (num 004504).
(pagine 21-22-23)
Nell'affaire Mundialito svolse un ruolo decisivo "La Gazzetta dello Sport",il più diffuso quotidiano sportivo italiano,edito dalla Rizzoli piduista.
Nell'edizione del 18 dicembre,sotto il cubitale titolo a nove colonne <>,"La Gazzetta" annunciò che <<>.
Nella stessa pagina, "La Gazzetta dello Sport" pubblicava la veemente reazione del "fratello"Berlusconi al no ufficiale del ministro: <>. Quindi il quotidiano sportivo della P2 riportava il diktat berlusconiano per trovare una soluzione:
<>.
Ma la Rai respinge entrambe le proposte berlusconiane,per cui i giornali della P2 intensificarono i loro attacchi alla tv di Stato e al ministro delle Poste.In prima pagina, "Il Giornale" li accusò di <>.Il "Corriere della sera" del 18 dicembre scrisse di <>,argomentando:<>.
Pagine (23-24-25)
Il 20 dicembre ecco il primo,incredibile colpo di scena,un vero miracolo italiano.Come aveva "previsto" il piduista 1816,il ministro delle Poste Di Giesi,ribaltando la posizione di totale chiusura affermata e ribadita fino al giorno prima,si disse all'improvviso disponibile a concedere a Canale 5 l'uso del satellite della Rai nel quadro di un accordo fra l'illegale netwek dell'affarista piduista e la tv di Stato,accordo che il ministro si impegnò pubblicamente a ricercare in prima persona al più presto.
<>, proclamò l'intrepido onorevole Di Giesi, subito salutato dalle lodi dei quotidiani piduisti (il "Corriere della sera"del 21 dicembre inneggiò alla <>).La soluzione che il ministro Di Giesi proponeva come repentino <> -una spartizione tra Canale 5 e la Rai, con un sostanzioso conguaglio in denaro pagato dalla tv di Stato alla Fininvest-era precisamente quella voluta da Berlusconi.
Subito dopo arrivò il secondo miracolo berlusconiano.Anche la tv di Stato, che fino al giorno prima aveva negato l'eventualità di accettare una simile soluzione e comunque di patteggiare un accordo con Canale 5,manifestò una improvvisa disponibilità all'intesa prospettata dal ministro.Il presidente della Rai,il socialista Sergio Zavoli,dichiarò:<>.
<>,confermò l'onorevole Di Giesi,precisando che <>,per cui <>. Nella notte fra il 19 e il 20 dicembre, qualcuno o qualcosa aveva "convinto" il potere politico, e sia il ministro delle Poste sia la tv di Stato avevano cambiato idea.
Il 23 dicembre un comunicato di Canale 5 annunciò: <>.
<>, esultò il piduista 1816 intervistato dalla "Gazzetta dello Sport" il 24 dicembre.E nell'occasione arrivò perfino a indossare una maschera vittimistica:<>.L'intervista a Berlusconi (preceduta da un apologetico ritratto del "magico imprenditore geniale infaticabile") era firmata da Maurizio Mosca, il cui fratello-Paolo Mosca,direttore della rizzoliana "Domenica del Corriere" -era affiliato alla P2 (tessera 2100).
Così "Il Giornale" del 29 dicembre,in prima pagina, potè annunciare trionfante: <<>.
L'affarista piduista di Canale 5,dunque, non solo aveva piegato ai suoi voleri il ministro delle Poste e la tv di Stato,ma si era anche liberato degli inutilizzabili diritti esteri (bloccati dal veto dell'Eurovisione), che aveva rifilato in blocco alla Rai a prezzo maggiorato. La tv di Stato italiana che fino a poco prima aveva costituito l'ostacolo al compiersi della operazione-Mundialito in Europa,nel volgere dipoche ore ne era divenuta il cardine.A spese dei contribuenti italiani, e a beneficio delle tasche,degliafari e della popolarità del "magico impreditore" affiliato alla P2,il quale apparve,agli occhi di milioni di sportivi italiani,poco meno che un eroe.Una raffica dimiracoli italiani.
<>,annunciò Berlusconi alla compiacente "Gazzetta dello Sport".<>. In barba alla legge, e con il pieno avallo governativo e della stessa Rai, il network del piduista 1816 era sempre più platealmente una televisione a carattere nazionale.E approfittando del vuoto legislativo,assumeva di fatto connotazioni monopolistiche.
(pagine 25-26-27)
La tv di Stato tentò di giustificare l'incredibile conclusione della vicenda con una dichiarazione del suo vicepresidente Giampiero Orsello,riportata dalla "Gazzetta dello Sport" il 23 dicembre: <>.Così sempre il ministro delle Poste Michele Di Giesi,anche Giampiero Orsello era un esponente del Pdsi,il partito socialdemocratico guidato dal piduista Piero Longo.Ma il vicepresidente della Rai Orsello era anche incluso nell'elenco degli affiliati della Loggia P2:fascicolo 0060.
Intanto,arrivati a Montevideo,i calciatori delle varie nazionali toccarono con mano il clima che opprimeva l'Uruguay:gli alberghi che li ospitavano erano presidiati dalle forze di polizia,sia all'interno che all'esterno.Il 1 gennaio quattro atleti della nazionale italiana (Cabrini,Tardelli,Gentile e Zaccarelli),usciti dall'albergo insieme a un fotografo,furono circondati da militari armati di mitra spianati, e per evitare il peggio dovette intervenire un ufficiale.Nella corrispondenza del quotidiano piduista "L'Occhio",diretto dal "fratello" Maurizio Costanzo (tessera 1819),il grave episodio venne attribuito non alla dittatura,ma al fatto che <>.
Il 6 gennaio 1981,mentre a Montevideo il Mundialito volgeva al termine,il quotidiano berlusconiano "Il Giornale" pubblicò con grande rilievo un'intervista a Artemio Franchi.L'11 gennaio anche il "Corriere della Sera"pubblicò un'intervista analoga (titolo:<>),seguito a ruota dalla "Gazzetta dello Sport" (titolo:Franchi invita a riflettere sul successo del torneo>>).
Ex presidente della Federazione italiana gioco calcio,e da pochi mesi presidente del Uefa,Franchi era stato il "padrino sportivo",sul versante italiano,del Mundialito:infatti,nel 1979,nella sua veste di presidente della Figc,aveva personalmente voluto e deciso la partecipazione della Nazionale italiana al propagandistico torneo calcistico organizzato dalla dittatura militare uruguaiana.Naturalmente anche Artemio Franchi era presente nell'elenco degli affiliati alla Loggia segreta P2:fascicolo 0402.
All'inizio e alla fine dell'affaire Mundialito,sul conto bancario svizzero "Protezione" (num 633369,presso la Ubs-Unione Banche Svizzere di Lugano),la P2 convogliò due versamenti per un totale di 7 milioni di dollari.
Il primo accredito,di 3,5 milioni di dollari, era stato effettuato il 31 ottobre 1980,all'inizio della vicenda-Mundialito.Il secondo,dello stesso importo, il 3 febbraio 1981,un mese dopo la conclusione del torneo calcistico uruguaiano.Il denaro partì dalle casse estere del Banco Ambrosiano controllato dalla P2, e arrivò all'Unione Banche Svizzere di Lugano,sul conto "Protezione",il cui beneficiario era l'architetto socialista Silvano Larini,amico-prestanome del segretario del Psi Bettino Craxi e amico del piduista Berlusconi (era stato Larini ,all'inizio degli anni settanta,quando era direttore del Piano intercomunale milanese, a far incontrare il padrone di Canale 5 e il futuro segretario del Psi).
Secondo quanto stabilirà la magistratura milanese,la tangente piduista a Craxi non era però collegata al Mundialito,bensì a una manovra corruttiva organizzata da Gelli e Craxi con il vertice dell'Eni-l'ente petrolifero di Stato diretto da Giorgio Mazzanti (presidente) e Leonardo Di Donna (vicepresidente),entrmbi del Psi e entrambi affiliati alla P2.
sabato 14 novembre 2009
Le corna del diavolo di Carlo Petrini*.Parte seconda: l' "affaire" Mundialito.
*La riproduzione parziale di opere letteraria è consentita dalla legge. Qualora l'autore, la casa editrice Kaos Edizioni o chiunque altro detenga i diritti sull'opera ritenga che la porzione di opera qui e in altri post riprodotta ecceda il limite consentito dalla Legge, è pregato di contattarci al nostro indirizzo di posta elettronica rossonerodivergogna@gmail.com. In questo modo provvederemo ad eliminare la parte eccedente. Ad ogni modo sottolineamo il fatto che l'opera è già stata trascritta da altri in formato elettronico ed è presente in altri siti web (verosimilmente senza il permesso dei detentori dei diritti) da cui abbiamo attinto.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
2 commenti:
Altro che le parole strappalacrime "...noi che abbiamo avuto la ventura di intrecciare la nostra vita ad un sogno che si chiama Milan".
Grazie a lui abbiamo vinto e gioito molto, non possiamo negarlo, ma il perché abbia preso il Milan lo sappiamo tutti ed ora che non ha più bisogno di visibilità ci sta facendo ritornare alla ...stalla.
Mi spiace solo perché sono un sentimentale e vedo il Milan come qualcosa che mi entusiasma ed al di sopra di tutto. Perché per come la penso, avrei dovuto smettere il giorno dopo che silvio comprò il Milan, o per lo meno quando capii chi fosse (come hanno fatto molti miei amici.
Ma amo questi colori al di sopra di tutto e di tutti e mi entusiasmo ed emoziono sempre a vederlo giocare.
sono tornato ieri sera da un lunghissimo fine settimana fuori e dopo 13 ore di meritato riposo eccomi qui.
ora cvd riprende la sua normale attività.
aggiornato lo spazio fica (ora c'è Molly Sims), sistemati un po' i caratteri di quest'articolo. ora rispondo a eventuali domande.
state connessi, ciao
Posta un commento