venerdì 6 novembre 2009

Una settimana da diavolo - Goleada di sensazioni


Un Milan inferiore sulla carta al Real Madrid è uscito dalle due sfide contro gli spagnoli con quattro punti ed è in piena corsa non solo per la qualificazione agli Ottavi ma anche per il primo posto, un qualcosa che neanche il più ottimista dei rossoneri avrebbe pronosticato la sera del dopo-Bergamo, invece è accaduto. Riteniamo che ciò sia stato possibile grazie alla ritrovata unità d’intenti di allenatore e squadra. L’allenatore ha trovato finalmente il modo di dare un’identità alla squadra attraverso il suo 4-2-1-3, quello abbandonato alla seconda amichevole, e la squadra ha mostrato la voglia e la predisposizione al cambio di mentalità. Il ruolo del tecnico è evidente sia nell’intuizione tattica che ha permesso a molti giocatori di ritrovarsi e di rendere al meglio sia nella capacità che ha mostrato di sapersi finalmente far ascoltare. Ha preso in mano la squadra ed ora si può finalmente dire che nel bene e nel male questo è il suo Milan. Non è un ibrido fra un 4-3-1-2 di ancelottiana memoria o qualche pessimo tentativo di 4-4-2 magari ben visto dall’allenatore in seconda. E’ altresì evidente che senza i giocatori non si va da nessuna parte. Un allenatore può preparare tutto alla perfezione durante la settimana ma chi va in campo non è lui, quindi il ruolo dei vari Pato, Dida, Ronaldinho, Pirlo, Seedorf, Nesta, Thiago Silva,… è determinante. Il Milan non era da retrocessione prima, non è da Scudetto e Champions ora, semplicemente mentre prima Leonardo aveva inciso in maniera negativa ora, nel recente filotto positivo, si è dimostrato un valore aggiunto. Nel momento più difficile ha saputo trasformarsi da quasi corpo estraneo al gruppo, messo in panchina da chi aveva venduto Kakà e aveva lasciato andare Ancelotti e cioè i due mammasantissima per lo spogliatoio, a invece guida tecnica con in mano più che mai il polso della situazione. Ora lo riconoscono, ora lo seguono, ora sono disposti a lottare in campo per lui, ora sono collocati nella posizione giusta per esprimere il loro potenziale. Pensate a Pato che veniva definito giovane deludente quando invece molti, tra cui il sottoscritto, sottolineavano che era l’anarchia tattica in fase offensiva a renderlo innocuo. Ora il brasiliano, da attaccante esterno di destra, è micidiale con i suoi tagli in area di rigore: pessimo Leo prima, ottimo invece adesso. Con calma, nel tempo, troveremo la nostra dimensione e la continuità o meno dei risultati dipenderà non poco dalla tenuta fisica dei soliti noti attorno a cui tutto ruota: Nesta, Pirlo, Seedorf e probabilmente anche Ambrosini. Se al momento della pausa natalizia ci ritroveremo con in tasca un ottavo di finale da primi nel girone ed un terzo posto non troppo lontano dalla Juventus (quella che ha buttato venticinque milioni per il sig. Felipe Melo che se l’avessimo fatto noi “Apriti cielo”!), allora potremo dire che sì, i ragazzi e l’allenatore avranno fatto il loro dovere ed anche di più, nonostante la proprietà in estate non li abbia certo aiutati ad essere competitiviA gennaio li aiuterà? Per ora contiamo il ritorno di Beckham (ben venga!) e l’acquisto di un promettente attaccante ghanese bravo ai recenti Mondiali under-20 e tutto da verificare in Serie A naturalmente.
Tuttavia, il sottoscritto, che come i miei lettori più assidui e di vecchia data sanno ama l’indipendenza di pensiero e non ha padroni se non la sua testa, non può fare a meno di notare delle cose che vanno a favore della proprietà. Proprietà che comunque ne dovrà fare di strada per riconquistare la mia fiducia, però seppur pessimista non parto certo prevenuto.
Ronaldinho, da molti definito un ex-giocatore, è entrato in dieci punti del Milan sui diciannove che abbiamo, contando cinque assist e due gol. Mi limito alla Serie A. Non mi sembra un rendimento inferiore a quello dell’ultimo Kakà visto nel Milan, il Kakà sovrastato da Ambrosini almeno per tre tempi su quattro delle due sfide e troppo spesso da uno qualsiasi dei mediani delle provinciali italiane da cui gli capitava di essere marcato. Se il Gaucho dovesse continuare così non si potrebbe parlare di cessione sbagliata di Kakà da parte della proprietà, permarrebbero le bugie e l’assenza di chiarezza che sono valori alti a cui io presto fede più che alle vittorie stesse ma i settanta milioni dovrebbero essere visti come un affare.
Corriamo. Gente che l’anno scorso sembrava atleticamente morta sembra rinata. Seedorf è un mese che corre e si sacrifica come mai gli si era visto fare, Ambrosini pare in alcune progressioni ricordare quello che era un bel po’ di anni fa, la squadra nel complesso appare brillante e leggera sulle gambe. Potrebbe c’entrare il nuovo metodo di preparazione atletica di cui parlai a luglio, suggerito personalmente da Leonardo a Tognaccini. Potrebbe c’entrare il fatto che giochiamo volutamente lunghi spaccati in due tronconi andando a chiedere meno avanti e indietro ai sei che stanno dietro, i quattro difensori ed i due mediani davanti a loro. In ogni caso si tratterebbe di diverso utilizzo delle risorse umane da parte dello staff tecnico attuale rispetto al precente.
Capitolo giovani. E’ un fatto che sull’asse Galli-Pederzoli è cominciato da quest’estate un rinforzamento del settore giovanile prendendo delle giovani promesse sia italiane che straniere. Ci spiega Galli che la società fa questo per eliminare il rischio d’impresa e cioè prende un bel po’ di giocatori under-20 di basso costo e se gli andrà bene si troverà un campioncino in casa, se gli andrà male ci avrà perso poco. Mi sembra un’intenzione ottima ed un proposito lodevole. Attendiamo di verificare la bontà delle operazioni e l’eventuale inserimento degli stessi in prima squadra ma la politica in fieri è quella stile-Arsenal. Speriamo non sia la politica del “li faccio crescere o prendo quelli fatti crescere da altri, li do in compartecipazione a chi crede in loro e poi me li ricompro”, in pratica “l’affare” fatto con Borriello ed il rischio che si corre con Paloschi. In ogni caso ci vorrà tempo per raccoglierne i frutti. Ultima annotazione su Adiyiah, il ghanese ufficializzato proprio ieri di cui parlavo prima. Galliani, da me criticato per aver sbandierato il suo acquisto quando poi sembrava che tutto saltasse per via delle richieste d’ingaggio dei procuratori del calciatore, s’è invece dimostrato bravo facendo firmare il giocatore alle sue condizioni o poco più. Ha tenuto duro e l’ha avuta vinta lui, i procuratori se lo sono presa sui denti.
In conclusione il progetto di rendere il Milan non un peso per la controllante Fininvest prosegue e se non fosse trovato un acquirente disposto a prenderselo alle condizioni ed al prezzo dettato dall’attuale proprietà credo che a livello di prima squadra dovremo sperare nel gruppo storico almeno fin quando non scadranno i loro contratti oppure in qualche giovane che si mostri brillante oltre ogni misura. Nell’attesa suggerirei di considerare come proprio referente oltre ad Adriano Galliani anche Pier Silvio Berlusconi, in particolare il secondo erano almeno un paio d’anni che consincerità e chiarezza parlava di quello che sta accadendo ora, a differenza del padre.
Adamos8181

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