Un Milan inferiore sulla carta al Real Madrid è uscito dalle due sfide contro gli spagnoli con quattro punti ed è in piena corsa non solo per la qualificazione agli Ottavi ma anche per il primo posto, un qualcosa che neanche il più ottimista dei rossoneri avrebbe pronosticato la sera del dopo-Bergamo, invece è accaduto. Riteniamo che ciò sia stato possibile grazie alla ritrovata unità d’intenti di allenatore e squadra. L’allenatore ha trovato finalmente il modo di dare un’identità alla squadra attraverso il suo 4-2-1-3, quello abbandonato alla seconda amichevole, e la squadra ha mostrato la voglia e la predisposizione al cambio di mentalità. Il ruolo del tecnico è evidente sia nell’intuizione tattica che ha permesso a molti giocatori di ritrovarsi e di rendere al meglio sia nella capacità che ha mostrato di sapersi finalmente far ascoltare. Ha preso in mano la squadra ed ora si può finalmente dire che nel bene e nel male questo è il suo Milan. Non è un ibrido fra un 4-3-1-2 di ancelottiana memoria o qualche pessimo tentativo di 4-4-2 magari ben visto dall’allenatore in seconda. E’ altresì evidente che senza i giocatori non si va da nessuna parte. Un allenatore può preparare tutto alla perfezione durante la settimana ma chi va in campo non è lui, quindi il ruolo dei vari Pato, Dida, Ronaldinho, Pirlo, Seedorf, Nesta, Thiago Silva,… è determinante. Il Milan non era da retrocessione prima, non è da Scudetto e Champions ora, semplicemente mentre prima Leonardo aveva inciso in maniera negativa ora, nel recente filotto positivo, si è dimostrato un valore aggiunto. Nel momento più difficile ha saputo trasformarsi da quasi corpo estraneo al gruppo, messo in panchina da chi aveva venduto Kakà e aveva lasciato andare Ancelotti e cioè i due mammasantissima per lo spogliatoio, a invece guida tecnica con in mano più che mai il polso della situazione. Ora lo riconoscono, ora lo seguono, ora sono disposti a lottare in campo per lui, ora sono collocati nella posizione giusta per esprimere il loro potenziale. Pensate a Pato che veniva definito giovane deludente quando invece molti, tra cui il sottoscritto, sottolineavano che era l’anarchia tattica in fase offensiva a renderlo innocuo. Ora il brasiliano, da attaccante esterno di destra, è micidiale con i suoi tagli in area di rigore: pessimo Leo prima, ottimo invece adesso. Con calma, nel tempo, troveremo la nostra dimensione e la continuità o meno dei risultati dipenderà non poco dalla tenuta fisica dei soliti noti attorno a cui tutto ruota: Nesta, Pirlo, Seedorf e probabilmente anche Ambrosini. Se al momento della pausa natalizia ci ritroveremo con in tasca un ottavo di finale da primi nel girone ed un terzo posto non troppo lontano dalla Juventus (quella che ha buttato venticinque milioni per il sig. Felipe Melo che se l’avessimo fatto noi “Apriti cielo”!), allora potremo dire che sì, i ragazzi e l’allenatore avranno fatto il loro dovere ed anche di più, nonostante la proprietà in estate non li abbia certo aiutati ad essere competitivi. A gennaio li aiuterà? Per ora contiamo il ritorno di Beckham (ben venga!) e l’acquisto di un promettente attaccante ghanese bravo ai recenti Mondiali under-20 e tutto da verificare in Serie A naturalmente.
Tuttavia, il sottoscritto, che come i miei lettori più assidui e di vecchia data sanno ama l’indipendenza di pensiero e non ha padroni se non la sua testa, non può fare a meno di notare delle cose che vanno a favore della proprietà. Proprietà che comunque ne dovrà fare di strada per riconquistare la mia fiducia, però seppur pessimista non parto certo prevenuto.




Adamos8181
Nessun commento:
Posta un commento