domenica 1 novembre 2009

LA SCOMMESSA DI LEO E GLI ALTRI.


Non sapremo mai esattamente cosa sia successo nelle due settimane successive alla partita con l’Atalanta ma qualcosa è accaduto, qualcosa di estremamente positivo che forse è scattato alle parole da vero capitano di Nesta alla fine di quel match pareggiato nel finale dopo aver regalato un tempo intero. Era un Milan senza arte né parte, senza un’identità, senza uno spirito di gruppo. Non si trattava solo di questione di schemi o di uomini ma proprio di ciò che viene prima e cioè dell’idea di squadra che un tecnico deve essere capace di trasmettere al gruppo. La sensazione palese era quella di undici giocatori che si autogestivano in campo, di undici giocatori che non credevano in quello che facevano durante la partita così come in quello che veniva loro trasmesso negli allenamenti durante la settimana. Eravamo insicuri e pavidi, ordinari. La squadra non ci regalava nessuna emozione.

Poi Leonardo decide di giocarsela di testa sua, di tornare a quel 4-2-1-3 che aveva abbandonato già a partire dal secondo tempo dell’amichevole con i Galaxy del “nostro” Beckham. Decide che se proprio deve fare brutta figura ed essere cacciato è meglio farlo dopo aver combattuto affinché il Milan giochi ispirandosi al suo credo tattico. Non importa se la proprietà non gli ha regalato quei due acquisti che gli avrebbero fatto comodo per avvicinarsi a quel Brasile dell’82 cui tanto guarda e reso la vita certamente più facile, decide di rimboccarsi le maniche e di provarci con quello che ha. E’ l’unico modo per tentare di guarire dalla sterilità offensiva e da quel gusto per la sfida che molti del Milan devono sentirsi addosso per dare il meglio di sé. L’ultimo orrore lo vedremo nel 4-4-2 del primo tempo con la Roma, figlio probabilmente di una chiacchierata con la vecchia guardia forse restia a cambiare mentalità proprio contro una squadra data in piena salute, poi in quello spogliatoio tra un tempo e l’altro si è definitivamente trovato il coraggio di scommettere su se stessi nonostante tutto, nonostante quello stadio semi-deserto che fischiava, nonostante quel presidente così lontano quando le cose vanno male, nonostante quell’amministratore delegato bravo solo a prendersela ingiustamente con un preparato e serio giornalista dopo una sconfitta interna con lo Zurigo. Da quel momento Leonardo è diventato un tutt’uno con la squadra perché è riuscito ad imporre le sue idee al gruppo, a farle accettare trovando lo spirito di sacrificio in chi non aveva mai corso così tanto nella sua carriera (Seedorf per esempio), è diventato leader in panchina e non corpo estraneo-longa manus del presidente che aveva mandato via Kakà e Ancelotti, persone che la vecchia guardia amava e stimava e che mai avrebbe voluto veder allontanate. Lui ora è una persona che sta imparando a farsi apprezzare da quelli che allena anche come tecnico e non più solo come amico-dirigente.

Ed eccoci qui. Ronaldinho largo a sinistra, Pato largo a destra, un centravanti fra i tre a disposizione (ma il titolare è Borriello se sta bene), Pirlo fisso come uno dei mediani davanti alla difesa e gli altri tre (Gattuso, Ambrosini, Flamini) ruotano, Seedorf vertice alto e uomo di raccordo fra attacco e mediana. In difesa la coppia centrale titolare Thiago Silva-Nesta mentre sugli esterni ruotano Oddo, Zambrotta, Antonini, Abate. In porta prima Storari, ora Dida, in futuro Abbiati. Squadra volutamente lunga con tre uomini che tornano pochissimo (anche se ieri nel secondo tempo mi sono piaciuti parecchio in entrambe le fasi), Seedorf invece lo fa abbastanza spesso, i due mediani che tendono a stare ben piantati a protezione della difesa ed i terzini che non salgono mai assieme, sale quello che si sovrappone all’attaccante esterno in possesso di palla per sfruttarne il passaggio sulla corsa. Così vediamo Pato diventare decisivo con i tagli in area di rigore partendo dalla fascia destra, Inzaghi che si applica nel fare i movimenti alla Borriello venendo incontro al portatore di palla per poi assistere il compagno che scatta dietro ai difensori avversari, Ronaldinho che quando gli gira non solo fa il regista laterale con un piede ed una visione di gioco unici (5 assist per lui) ma addirittura dà il via alle ripartenze come ieri nell’occasione del gol del vantaggio. Ora lo posso dire senza timore di smentite, questo non è più il Milan di Tassotti, non è quello di Ancelotti, non è un ibrido senza spina dorsale, è il Milan di Leonardo.

Lo è nel bene e nel male anche se per ora possiamo dire che ci ha portato un pari a Napoli (come son contento di vedere i gobbi solo a due punti da noi dopo che sono stati battuti dai partenopei) e vittorie a Madrid, a Verona, contro il Parma e contro la Roma. Insomma niente male direi. Segnamo con continuità che era il nostro problema, prendiamo qualche gol di troppo ma è il rischio della scommessa di cui parlavo e quando non ne subiamo dobbiamo ringraziare l'uomo che non t'aspetti: Dida. Sono molto ottimista perchè vedo in Leonardo una persona che mi ha fortunatamente smentito alla grande e cioè uno che può diventare un grande allenatore. E' umile, ha capacità d'ascolto, è intelligente ed autocritico, impara in fretta dai suoi errori (vedasi la sublime gestione della gara di ieri rispetto a quella pessima col Napoli) e soprattutto si è mostrato decisionista nel momento di maggiore difficoltà, poteva lasciare andare avanti la squadra per inerzia ed invece lui si è giocato le sue carte all'insegna del motto "se sbaglio voglio farlo con la mia testa". Bravo Leo, così ti volevamo! Potrai fare altri errori e perdere altre partite ma nessuno potrà negare che ci hai provato a dare la tua impronta alla squadra, a darle un'anima e a noi gioia nel vederla giocare.

Adamos8181

7 commenti:

dnarossonero ha detto...

Prima di commentare il post mi scuso con rdv perchè ho avuto dei grossi problemi causa crhome di formattazione. Causa questi problemi non sono riuscito a postare correttamente e ho dovuto intervenire più volte arrecando disagio al blog. Quando avevo risolto finalmente tutti i numerosi probelmi tecnici anche grazie a Mozzilla è nato questo nuovo post di rdv. Motivo per il quale il mio post sarà rimandato a domani. L' argomento del post rimandato a domani sarà' l'analisi tattica dettagliata che ha cambiato il Milan

dnarossonero ha detto...

Ottimo post Giuseppe. Condivisibile al 100%. Il progetto di Leonardo ha rivoluzionato il Mikan e il suo dna. Ora il Milan ci fa divertire, ci regala emozioni, segna a raffica e con questo schema se la può giocare con chiunque. Ma solo ed esclusivamente grazie al genio del suo allenatore. Vedendo il vero Milan di Leonardo pensi ancora che Ancelotti sia meglio di lui??

Da quanto tempo non segnavamo cosi tanto e avevamo un gioco cosi spregiudicato che fa rendere tutti meglio a partire da Dida??

Nel post rimandato a domani spiegherò nel dettaglio il mio punto di vista si questa rivoluzione Leonardiana passando dal cambio di modulo che ha valorizzato elementi che probabilmente in altri contesti non avrebbero mai più potuto stare a certi livelli. Evviva il calcio evviva Leonardo

Anonimo ha detto...

scusami se non ho aspettato il tuo post dna, ma ho visto che adamos ha pubblicato questo su SD e ho pensato di inserirlo visto che ho il permesso di adamos su tutti i suoi post. fai pure con calma il tuo a questo punto e se hai problemi tecnici inviamelo via mail così che ci penso io ad inserirlo.

in caso contrario cmq non preoccuparti per la formattazione, se mi accorgo che qualcosa non va ci penso io a sistemare.

grazie mille, dna.

ci sentiamo.

Rdv

Anonimo ha detto...

Fabio,
io sono molto contento che Leo abbia trovato il modo di far rendere la squadra e che l'abbia fatto proprio col suo modulo, il 4-2-1-3, va a suo merito.

Spero possa diventare un allenatore di grande livello, sarei già contento se fosse del livello di Ancelotti ma niente può escludere che possa anche superarlo. Magari!


Da parte mia chiedo a Leo il terzo/quarto posto se in più lo otterrà facendomi divertire tanto meglio!

dnarossonero ha detto...

per me non ci sono grosse alternative a fare quello che fa. E solo per pensarla una squadra cosi stroncata in due con questo modulo pessista mi pare abbia del geniale. Credo inoltre che questo sia l' unico modo per tentare tantomeno di arrivare fra le prime 3. Cosi rendono tutti meglio, tutti noi ci divertiamo da matti e la squadra produce una media spaventosa di 2 goal a partita da 5 partite. Considerando che prima eravamo sterilissimi è un grosso risultato. Ora il problema è che questo è l' unico modo per valorizzare questa squadra ma non abbiamo cambi. In questo momento pure Ronaldinho è fondamentale. Fino a gennaio sarà dura reggere.Teniamo questi due mesi poi fra recuperi e acquisti possiamo fare bene. Certamente con questo modulo prenderemmo diversi goal e perderemmo pure qualche partita ma almeno ce la giocheremo a viso aperto con tutti e tutti inter compresa non potranno più permettersi le scorribande dei terzini perchè se lasci campo a Pato e Ronaldinho segnamo a raffica.

Pensa che io con questo schema ci ho stra vinto tutto al pes...sapevo che il pes fosse maestro di vita tanto è che diverse volte ho proposto formazioni pessiste, ma non credevo fossero tanto efficaci.

Si ma è Crhome che da problemi con i post. in pratica scrivevo e mezze frasi mi sparivano mangiate dal impaginazione del blog. Con Mozilla però non sconfina più :-).

tanto il post è già pronto domani lo pubblico

dnarossonero ha detto...

fidati....Leonardo ha già raggiunto Ancelotti e da qui a fine campionato lo avrà certamente superato. Ha idee brillanti più o meno funzionali, capacità di sviluppo, innovazione, analisi e coraggio di provare e rischiare anche a costo di prendere le musate. La Squadra non si mai sviluppata tanto come gli ultimi 3 mesi in cui siamo passati da una difesa altissima col trequartista dietro le due punte, al vecchio rombo accellotiano per poi passare al 4-4-2 con Seedorf esterni di centrocampo per finire al tridente con Pato e Ronaldinho larghissimi.

L' evoluzione finale è questo 4-2-3-1

che poi si trasforma regolarmente in 6-4. Se il Milan non avese avuto tutti i limiti enormi che ha Leo non avrebbe avuto bisogno di sviluppare cosi tanto il Milan per trovare la retta via. Ora il Milan è forte ed ha un identità vincente pur con tutti i suoi limiti.

Anonimo ha detto...

dna ma che cosa vuoi che abbia raggiunto leonardo con modulo pessista?

aspetta e vedrai. altro che terzo posto...

Rdv

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