sabato 10 luglio 2010

Maxi scambio di comproprietà di giovani talenti tra Milan e Genoa: parliamone


Radiomercato in questi giorni parla con insistenza di una trattativa che sarebbe ormai in fase di definizione e che si svilupperebbe sull’asse Milano-Genova. Le due società starebbero infatti accordandosi rispetto ad un maxi scambio di comproprietà che vedrebbe coinvolti ben sei giovani speranze appartenenti ai due vivai. Da una parte gli interessati sarebbero Michelangelo Albertazzi, Nnamdi Oduamadi e Gianmarco Zigoni, dall’altra Diego Polenta, Antonino Ragusa e Richmond Boakye.
Prima di andare a conoscere qualcosa in più di questi ragazzi, però, fermiamoci un attimo e riflettiamo sul perché di questa mossa.
Innanzitutto va subito fatta notare una cosa: lo scambio di comproprietà sarà più una manovra economica e di controllo del cartellino che puramente tecnica. Tra tutti e sei i ragazzi coinvolti, infatti, sembra difficile, ad oggi, pensare ad un impiego in prima squadra di qualcuno di questi. Chiaro, quindi, che le motivazioni dietro ad un’operazione come questa vanno ricercate altrove.
In questo senso è insomma possibile supporre che questi trasferimenti di comproprietà possano risultare come ottimo escamotage utile a pareggiare gli investimenti fatti inizialmente per questi ragazzi. Ma non solo: entrambe le società hanno dimostrato di voler puntare molto sui giovani, anche se poi manca, ad entrambe, lo step che dovrebbe portare questi ragazzi a diventare realmente parti integranti della prima squadra. Come dimostrato dalla vittoria inCoppa Italia Primavera da parte dei Rossoneri e da quella in Campionato Primavera dei Grifoncini, però, nulla è più lasciato al caso all’interno dei due settori giovanili, a riprova del fatto che l’andazzo di questi ultimi anni potrebbe forse davvero cambiare la cultura sportiva in Italia. Tornare a puntare sui vivai, del resto, è necessario.
Le due società dimostrano di puntare sui giovani, dicevamo. E questa manovra permetterebbe ad entrambe di passare dal controllo totale di tre ragazzi a quello, anche solo parziale, di sei. Suddividendo così il rischio che si corre nell’investire su di un ragazzo che nonostante i buoni mezzi potrebbe magari finire col fallire.
Certo, non ci sono solo “pro” in un’operazione del genere. Perché cedere il 50% del cartellino di un giocatore ad un’altra società significa poi anche potersi trovare nella situazione di dover sborsare molti più soldi di quelli incamerati per poterne riassumere il controllo totale.
Facciamo un esempio pratico, per capirci meglio: Oduamadi passa in comproprietà tra le due società e dopo un paio d’anni a vivacchiare con prestiti tra Lega Pro e Serie B si finisce col capire che non ha il potenziale adatto a poter incidere ad alto livello. Le due squadre si sono ripartite il rischio, cedendolo in cadetteria o all’estero potrebbero magari riuscire, anche solo parzialmente, a rifarsi di quanto sborsato.
Nnamdi Oduamadi
Ma non solo: mentre Oduamadi (ed è un semplice esempio, ripeto) fallisce da una parte Polenta diventa nell’arco di un brevissimo periodo uno dei difensori più interessanti del campionato, entrando già a venti-ventuno anni nel giro della nazionale maggiore. A maggior ragione, a quel punto, il “buco nell’acqua” rappresentato da Oduamadi viene assorbito e ripagato enne volte dall’esplosione di Polenta: perché una squadra dovrà sì sborsare qualche milione per averne il completo controllo, ma si troverà poi in rosa un campioncino in erba; nel contempo, dall’altra parte, la cessione della propria metà comporterebbe, alla squadra cedente, una notevole plusvalenza.
Certo, per continuare con l’esempio che stiamo facendo e ricollegandoci al fatto che non ci siano solo “pro” in una operazione del genere bisogna anche sottolineare come Polenta oggi sarebbe tutto del Genoa e qualora questo ragazzo dovesse esplodere il Genoa si troverebbe sì con un bel potenziale tra le mani, ma se non ne cedesse la comproprietà oggi questo potenziale sarebbe tutto di sua proprietà e potrebbe decidere al meglio cosa farne (lanciarlo titolare fisso o cederlo e capitalizzarne subito l’esplosione?).
Insomma, pro e contro, come in tutte le cose della vita.
Ma andiamo a conoscerli un pochino meglio, allora, questi ragazzi e parliamo anche di quale potrebbe essere il loro futuro prossimo qualora questo scambio di comproprietà dovesse completarsi.
Iniziamo allora dai giovani Rossoneri: il più conosciuto tra questi è probabilmente Gianmarco Zigoni, 19enne figlio (suo padre Gianfranco giocò in Juventus, Genoa, Roma e Brescia ed esordì anche in nazionale maggiore) e nipote (suo nonno Pierluigi Ronzon giocò in Sampdoria, Milan, Atalanta, Napoli e Lazio disputando anche una gara con la nazionale in quel di Barcellona) d’arte che nacque il 10 maggio del 1991 a Verona per poi crescere nelle fila del settore giovanile del Treviso dove segnò più di cento reti esordendo poi in prima squadra il 26 gennaio del 2009 nel corso di un match giocato e perso contro l’Ancona. Esordio dolceamaro, quello, per il giovane puntero Rossonero: a fare da contraltare alla sconfitta ci pensò infatti una rete realizzata nel corso del match stesso. Cosa ci può essere di meglio, per un attaccante, di un esordio tra i professionisti condito da una rete?
Terminata quella stagione, in cui fece registrare uno score di due reti in diciotto match, Gianmarco venne ingaggiato, il primo luglio scorso, dalla società di via Turati esordendo poi in Serie A lo scorso 28 marzo. Un quarto d’ora di gioco per lui, abbastanza giusto per iniziare a respirare l’aria che tira nel nostro massimo campionato.
Gianmarco Zigoni
Protagonista della vittoria in Coppa Italia Primavera (suo, ad esempio, il goal della sicurezza realizzato nel corso della finale di ritorno disputatasi in quel di San Siro) Gianmarco è già entrato nel giro delle nostre nazionali giovanili, anche se non disputerà gli Europei under 19 che si svolgeranno in Francia proprio nel corso di questo mese.
Attaccante potente e ben fisicato (sfiora il metro e novanta per un’ottantina di chili di peso) Zigoni ha tutte le caratteristiche del centravanti moderno. Il suo futuro immediato, al di là di come si concluderà questo maxi-scambio di comproprietà, non dovrebbe comunque essere né in quel di Milano né in quel di Genova: su di lui si stanno infatti muovendo diverse squadre di Serie B, desiderose di poter rinforzare il proprio reparto offensivo con un giovane di valore. L’Atalanta sembra, ad oggi, la società con più chance di aggiudicarsi il ragazzo in prestito, ma Novara e Varese, che pure con gli arrivi di Cellini ed Eusepi (guarda caso proprio dal Genoa) potrebbe chiudere gli arrivi almeno per quanto concerne l’attacco, non resteranno sicuramente a guardare.
Se Zigoni è già molto conosciuto un po’ lo stesso potremmo dire perMichelangelo Albertazzi: nato il 7 gennaio del 1991 a Bologna il difensore Rossonero è uno dei più interessanti talenti under 19 attualmente presenti in Italia. Calcisticamente cresciuto nelle giovanili del Bologna approda, ancora giovanissimo, in quel di Milano, il tutto dopo aver rifiutato un’offerta da capogiro dell’Arsenal, pronta a strappare, dopo Lupoli e Mannone, un altro gioiello ai settori giovanili italiani. Correva l’agosto del 2007, infatti, quando il club di via Turati ne acquistò la metà del cartellino per la roboante cifra di un milione di euro, lasciando poi il ragazzo a maturare in Emilia. Subito il gennaio successivo, però, la decisione di riscattarne anche la seconda metà, prelevare il giocatore ed aggregarlo immediatamente all propria Primavera, di cui negli anni Michelangelo ha saputo diventare una colonna sino ad ottenere, con la stessa, la vittoria nella già citata Coppa Italia di categoria disputatasi nel corso dell’ultima stagione.
Non solo club per lui, comunque. Essendo ormai da anni uno dei più quotati giovani italiani, infatti, Albertazzi si sta facendo tutta la trafila delle nostre nazionali giovanili, con cui ha già accumulato notevole esperienza. Dopo aver iniziato con l’under 16 Michelangelo ha disputato diversi incontri anche con l’under 17 convincendo poi il tecnico Francesco Rocca ad aggregarlo, solo diciassettenne, al gruppo che si laureò vicecampione europeo under 19 nel corso del torneo disputatosi due estati fa. Non solo: l’anno successivo, solo diciottenne, Albertazzi fece parte della spedizione italiana ai Mondiali under 20, dove risultò essere uno dei migliori in assoluto. Oltre all’argento raggiunto nel corso degli ultimi Europei under 19, poi, Michelangelo ha raccolto una medaglia di egual valore anche ai Giochi del Mediterraneo disputatisi a Pescara lo scorso anno.
Michelangelo Albertazzi
Mancino naturale, Albertazzi è dotato di un fisico non propriamente roccioso, cosa questa che se non gli impedisce di disimpegnarsi con notevoli risultati a livello giovanile potrebbe fargli pagare un qualche scotto nell’impatto con il professionismo, soprattutto qualora giocasse da centrale di difesa, ruolo che tecnicamente è quello che, forse, più gli si addice. La sua duttilità, comunque, lo porta a coprire senza grandi problemi anche il versante sinistro di una difesa a quattro. Avendo solo diciannove anni, poi, è anche auspicabile possa irrobustirsi ulteriormente. Certo è che le speranze di trovare eredi degni di grandi difensori Azzurri passano in buona parte da lui.
Il suo immediato futuro è ancora comunque piuttosto oscuro: il ragazzo avrebbe infatti rifiutato un prestito al Siena, neo retrocesso in Serie B, per trovarsi una sistemazione nel nostro massimo campionato. E se la sistemazione si trovasse proprio in quel di Genova e dopo essere passato in comproprietà ai Grifoni venisse aggregato alla prima squadra Rossoblù?
Meno conosciuto, tra i tre milanisti, è invece Nnamdi Oduamadi: nato il 17 ottobre del 1990 in Nigeria l’esterno offensivo Rossonero approdò in via Turati un anno e mezzo fa, mettendosi subito in mostra con due reti segnate ai Grifoncini per poi affermarsi come giocatore tra i più interessanti della Primavera milanista.
Dotato di grande velocità paga forse un fisico non ancora del tutto formato ed anche lui, come Albertazzi, avrebbe bisogno di irrobustirsi un po’ per fare il salto tra i pro.
Nei giorni scorsi si diceva sarebbe potuto approdare in prima squadra a Milano, ora però, qualora si chiudesse questo maxi-scambio, la sua destinazione per la prossima stagione potrebbe essere proprio Genova. E potrebbe non essere un male per lui: il modulo gasperiniano, infatti, parrebbe confarsi alle sue caratteristiche.
Dei giovani Rossoblù coinvolti nella trattativa ce n’è invece uno, Diego Fabián Polenta Musetti, che, nato il 6 febbraio del 1992 in Uruguay, è già oggi considerato uno dei migliori difensori al mondo della sua generazione.
Cresciuto nelle giovanili del Danubio venne acquistato solo 16enne dal Genoa per la non certo modica cifra di un milione ed ottocento mila euro. Subito aggregato alla formazione Primavera Diego è genoano da ormai due anni e mezzo. Nonostante sia appena maggiorenne, comunque, pare che il suo futuro prossimo sia lontano da Genova: secondo quanto lasciato trapelare da fonti interne alla società, infatti, su di lui si starebbero muovendo diverse società che vorrebbero assicurarsi i servigi del ragazzo quantomeno per il prossimo anno, a titolo temporaneo.
Diego Polenta
Difensore centrale che all’occorrenza si disimpegna egregiamente anche sulla fascia sinistra Polenta, dotato di passaporto italiano, è un ragazzo dal buon fisico che ha forse in una velocità non esattamente irresistibile uno dei suoi pochi punti deboli. Marcatore arcigno, tanto da essere paragonato a Montero, Diego è altresì dotato di una grandissima tecnica di base, che ne fa uno dei difensori più eleganti della sua generazione.
Di Yiadom Boakye Richmond il grande pubblico conosce invece già qualcosa in più avendo esordito con goal nel corso dell’ultimo campionato. Diciassettenne punta ghanese nativa di Accra Richmond detiene il terzo posto come marcatore più giovane della storia della Serie A.
Prima o seconda punta Richie abbina qualità fisico-atletiche di grandissima fattura ad un fiuto del goal raro da trovare in ragazzi così giovani. Essendo solo un 93, poi, ha ancora davanti a sè diversi anni per poter maturare appieno e completare la sua crescita, ma già oggi risulta essere uno dei giocatori più interessanti del panorama giovanile italiano.
Antonino Ragusa, infine, nacque il 26 marzo del 1990 a Messina e dopo esser cresciuto nel vivaio dell’Asd Giardini si trasferì in quel di Treviso, dove disputò tre campionati: uno tra le fila degli Allievi Nazionali e due tra le fila della Primavera.
Lo scorso anno, quindi, venne dato vicinissimo all’approdo al Vicenza ma all’ultimo la trattativa sfumò per via dell’inserimento dei Grifoni, che se ne assicurarono i servigi portandolo con sè nel capoluogo ligure.
Più di centottanta centimetri d’altezza, fisico slanciato, ottimo colpitore di testa, Ragusa è un ragazzo molto interessante che con ogni probabilità dovrebbe partire in prestito per accasarsi in una qualche serie inferiore dove poter accumulare esperienza.
Questi, insomma, i giocatori coinvolti nel maxiscambio che Genoa e Milan starebbero architettando. Ci sono pro e contro come in tutte le cose della vita, vedremo un po’ come decideranno di muoversi le due società nei prossimi giorni e se davvero, alla fine, il tutto andrà in porto.

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