mercoledì 7 luglio 2010

Uruguay-Olanda ha avuto uno spettatore speciale.

Chi è più o meno giovane ricorda un Milan degli olandesi e forse ha parteggiato per l'Olanda ieri ma c'è stato anche un Milan degli  uruguayani, non non quello di Viudez e Cardacio e degli altri pacchi di Fonseca e Paco Casal, parlo quello di Juan Alberto Schiaffino prima e di Alcides Ghiggia dopo. In realtà Ghiggia più che una bandiera del Milan lo è stato della Roma(di cui è stato anche capitano e ha vinto una Coppa delle Fiere, ad oggi l'unico trofeo internazionale dei giallorossi e dove fu compagno di altri futuri rossoneri come Carletto Galli e Fabio Cudicini), essendo arrivato a Milano ormai 36enne, carico di gloria e di acciacchi, dove ha giocato solo 4 partite senza segnare(ma vincendo comunque uno scudetto, quello del 1962, prodromico alla prima Coppa dei Campioni : era il Milan di Viani e Rocco, Ghezzi e David, Rivera e Trapattoni, Sani e Altafini, Danova e Salvadore, Cesarone Maldini e Barison ma anche quello di Ghiggia e Jimmy Greaves).
Lui è comunque parte della nostra storia(e anche di quella della nazionale italiana avendo fatto un'infelice esperienza come oriundo: corsi e ricorsi storici), lui che nella storia ci è entrato dalla porta principale, quando nel 1950 fu artefice proprio insieme a Pepe Schiaffino del "Maracanazo", la peggiore disfatta della storia del calcio brasiliano nella "finale" non finale (era l'ultima partita di un girone all'italiana in cui al Brasile bastava un pareggio), l'unico insieme a Frank Sinatra e a Giovanni Paolo II a mettere a tacere tutti e 200.000 del Maracanà con un solo gesto. Ala destra, d'attacco, con tanti  assist e pochi gol nei piedi (qui un video dedicato dai tifosi della Roma) ma che proprio in quella partita realizzò il gol decisivo e un assist scambiandosi il favore con il grande Pepe. Proprio quest'anno, proprio il Brasile, ha reso omaggio al grande Alcides, invitandolo a lasciare i calchi dei suoi piedi nella "Hall of Fame" del Maracanà.
Si perchè lui, insieme al portiere Anibal Paz (il più vecchio campione del mondo vivente, classe 1918), è ancora tra noi. Chissà quali ricordi, quali emozioni ha vissuto in questo mondiale. Questo post è una nostra dedica speciale a un campione, anche rossonero, speciale nella speranza che possa leggerlo.
E nella speranza che possa contribuire, in piccola parte a rinverdire la memoria del popolo rossonero.

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