martedì 31 dicembre 2013

L'inizio della fine


L'unico faro in una società ridicola lascia. L'unico che sapeva di calcio.
Rimane la sua antitesi e il suo eterno antagonista: "stiamoappostocosì".

lunedì 23 dicembre 2013

Palacio


Quando si perde un derby contro un avversario nettamente più forte di te, facendo comunque una partita dignitosa e giocandosela quasi alla pari bisognerebbe fare i complimenti all'allenatore e ai giocatori che hanno dato tutto quello che potevano. Invece vedo ovunque critiche contro un allenatore che ha come unica colpa quella di allenare delle pippe immonde, che almeno si impegnano, questo va riconosciuto.

giovedì 19 dicembre 2013

Quelli incazzati neri siamo noi.


Il mio commento:  Potevi ammazzarti prima di sporcare la nostra maglia. Ora è tardi. Di macchie sulla tua carriera già ce ne sono parecchie. Quella volta che rifiutasti di fare il controllo antidoping, per esempio... 



L'articolo, dal sito de La Stampa.

Gattuso: “Mai truccato una partita,
se viene fuori il contrario mi ammazzo”

L’ex rossonero indagato per “tredici contatti telefonici” con un arrestato:
«Sono arrabbiato e offeso, non voglio nessuna macchia sulla mia carriera»

«Rino, cosa è successo?». Quando stamattina poco prima delle 7 gli agenti inviati dal pm De Martino hanno suonato al campanello di casa Gattuso, a Gallarate, ad aprire la porta c’era la moglie. A riportarlo a casa la sua telefonata che lo avvertiva: sei indagato nell’inchiesta calcioscommesse di Cremona. 

Lui, “Ringhio”, campione del mondo, era a Napoli per un corso allenatori. Doveva andare a lezione da Benitez. «Ora voglio capire anche io, cosa è successo?», la reazione immediata, prima dello scatto improvviso come neanche in campo gli riuscivano, dall’albergo sul lungomare napoletano verso la stazione del treno. Era successo che il gip nella sua ordinanza della nuova operazione citava 13 contatti telefonici - ovvero sms - inviati da Francesco Bazzani, mister X, a Gattuso. 

Mentre la polizia portava via il computer e l’ipad consegnato dalla signora Gattuso, Rino - chilometro dopo chilometro - era informato degli sviluppi dal suo procuratore Andrea D’Amico, pronto ad assicurare in mattinata che il suo assistito cadeva letteralmente dalle nuvole. Poi, all’arrivo alla stazione di Milano, la reazione forte e in prima persona davanti alle telecamere, in linea col personaggio Gattuso, sempre pronto a metterci la faccia: «Sono arrabbiato e offeso: non voglio macchie sulla mia carriera. Non ho mai scommesso e non so neanche come si trucca una partita: non saprei da dove cominciare...», il grido dell’ex giocatore che si spinge oltre: «Se venisse dimostrato che ho truccato una partita sono disposto ad andare in piazza, so di dire una cosa forte, e ammazzarmi. Chi mi conosce sa che non ci sto a perdere neanche una partitella, neanche a scopa con gli amici’’. 

Per anni è stato un simbolo: del Milan, della nazionale, della sua Calabria, della gente nata povera e però ricca della voglia di arrivare fino al traguardo. Ora l’ombra del mostro scommesse. L’incrocio con mister Y, il tramite tra il clan di Singapore e i calciatori coinvolti nell’inchiesta di Cremona, l’uomo al quale il pm De Martino ha dato la caccia per più di un anno. E poi l’amicizia fraterna con Salvatore Pipieri, socio calabrese a Corigliano, spesso al seguito di Rino e ora nelle carte dell’ordinanza del gip per alcuni contatti con Bazzani, nome e volto del signor Y. Impossibile negare che per Gattuso sia stato uno dei giorni più brutti. 

«Anche perché - ricordava a metà giornata D’Amico - sappiamo che quando certi nomi eclatanti vengono coinvolti l’eco è enorme, quando poi sono prosciolti l’eco è sommessa...». Un altro suo assistito, Domenico Criscito, lo aveva vissuto sulle proprie spalle con le foto che lo ritraevano a pranzo con gli “slavi”, l’iscrizione nel registro degli indagati, l’esclusione dalla nazionale per l’Europeo e poi il proscioglimento. «La storia di Gattuso e la mia? Lasciamo perdere, non voglio più parlare di certe cose...», sibila Criscito oggi, in Italia per la pausa del campionato russo del suo Zenit. 

Analoga certezza di uscirne la nutre oggi Gattuso. «È una roba assurda e incredibile perché non so cosa vogliano da me»: e in quell’assurdo risuona l’eco dei ’’13 contatti del Bazzani con l’utenza in uso al giocatore’’, citati nell’ordinanza. Sms inviati nell’arco di più di un anno, uno addirittura da dentro Milanello, e ai quali mancano riscontri di riposte da parte di Gattuso almeno nelle carte: eccola la prima considerazione al vaglio del suo staff, e che ora dovrà trasformarsi in tesi degli avvocati. Gattuso li ha subito individuati con D’Amico. Sono Guadalupi e Rosso, gli stessi di Criscito, mentre al “fratello” Pipieri è stato affiancato Salvatore Mannino, figlio dell’ex ministro Calogero. Le carte dell’indagine sono in viaggio per Firenze, sede forense dei due legali. Gattuso intanto ha già fatto sapere che chiederà di essere ascoltato quanto prima. «Vado a chiarire tutto, sono sereno...» e sì che il volto era meno teso di quando in campo la trance agonistica lo trasfigurava. Forse per quelle strette di mano dei viaggiatori che lo hanno incrociato tra un binario e l’altro della stazione di Milano. Per loro, Gattuso deve essere restato il “Ringhio” di sempre. 

venerdì 13 dicembre 2013

Per una volta siamo d'accordo con Lippi


"Non solo. Mi chiedo anche cosa debba fare di più Max per convincervi di essere un grande allenatore. Sono tre anni che il Milan viene smontato e rimontato, eppure lui riesce sempre a trovare la chiave per riaccenderlo e ripartire. Allegri è un tecnico di qualità superiore perché sa uscirne sempre: e la ripetitività delle sue imprese dovrebbe avervelo fatto ormai capire".


giovedì 12 dicembre 2013

Avanti mie pippe

Unica squadra italiana sopravvisuta dopo i gironi di Champions, dopo il pareggio con la primavera dell'Inter (il Livorno) un bel pareggino con i giovani dell'Ajax ci proietta avanti agli ottavi.
I limiti tecnici sono evidenti ma Allegri , ancora una volta, riesce a cavare oro dalla merda con buona pace dei gufi e di chi , con argomenti ridicoli e pretestuosi, lo critica. Avanti così, adagio.

giovedì 5 dicembre 2013

Si naviga a vista

Le vittorie (poco) convincenti in Champions e campionato hanno ridato ossigeno alla squadra ed era proprio quello che serviva in questo momento. La notizia della dipartita di Fester, per ora , è smentita mentre si inseguono le voci riguardo l'abbandono di Braida. Superfluo dire chi dei due fosse quello buono.
Ad ogni modo vorrei segnalare per l'ennesima volta la ridicolaggine di chi prima millanta falsi scoop e poi bacchetta altri per lo stesso motivo.
Invece di fare inutili sensazionalismi perché non aspettare i fatti?
Perché senza minchiate del genere non lo leggerebbe nessuno, che già sono pochi.

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